Uccise un rom mentre dormiva in roulotte
Guerra sulle distanze da cui si sparò

È tutta una questione di distanze da cui avrebbe sparato a Roberto Pantic, il rom ucciso mentre stava dormendo nella sua roulotte.

È iniziato il processato con rito abbreviato nei confronti di Roberto Costelli, il 39enne di Calcio in carcere da marzo di quest’anno per l’omicidio del 42enne di origini rom. Davanti al gip Raffaella Mascarino i consulenti balistici di accusa e difesa.

Da chiarire, per la difesa, proprio la traiettoria dei proiettili esplosi da Costelli. Secondo l’accusa il colpo sarebbe stato sparato da una distanza uguale o inferiore ai 3 metri, mentre il consulente della difesa parla di una distanza tra i venti e i trenta metri.

L’uomo, secondo l’accusa, la notte del 22 febbraio di quest’anno aveva esploso sette colpi di pistola contro i due camper dove dormiva Pantic con tutta la famiglia (dieci i suoi figli): sei colpi erano andati a vuoto, uno aveva invece colpito il rom alla testa, uccidendolo. Costelli, quando era stato sentito, aveva spiegato che la sua intenzione era solo quella di spaventare, non di uccidere o anche solo ferire: la traiettoria dei colpi dimostrerebbe, secondo la difesa ma non secondo i consulenti dell’accusa, questa tesi. Per il 20 novembre è prevista la discussione e la sentenza.

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