«Un centesimo a sigaretta per curare
i tumori al polmone con i nuovi farmaci»

La stima degli oncologi italiani: «Bisogna rendere l’accesso ai nuovi farmaci compatibile con le risorse del Servizio sanitario nazionale».

Basterebbe un aumento di un centesimo a sigaretta per garantire e tutti i malati di cancro al polmone in Italia l’accesso ai muovi farmaci immunoterapici. La stima è stata evidenziata in occasione del Congresso nazionale dell’Associazione italiana di oncologia medica (Aiom). «I progressi possibili grazie all’approccio dell’immunoncologia - ha sottolineato il presidente Aiom Carmine Pinto - sono enormi, ma bisogna rendere l’accesso ai nuovi farmaci compatibile con le risorse del Servizio sanitario nazionale, affinchè questa nuova arma possa essere disponibile per tutti i malati».

Ma come reperire le risorse per coprire i costi legati alle nuove terapie? «Penso che esistano ancora margini di recupero nella sanità pubblica; nell’oncologia ad esempio - spiega Pinto - risparmi potrebbero derivare da una riorganizzazione del sistema delle reti oncologiche, dall’uso di farmaci biosimilari ma anche da una razionalizzazione degli esami diagnostici». Altra richiesta degli oncologi è la creazione di un Fondo nazionale ad hoc per i farmaci oncologici innovativi: «Siamo in attesa di discuterne con il ministro della Salute», ha affermato Pinto. Al momento, l’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) ha attivato un programma di uso compassionevole per il farmaco immunoterapico Nivolumab: i pazienti affetti da carcinoma polmonare squamoso non a piccole cellule potranno così ottenere il farmaco gratuitamente, in attesa della sua disponibilità.

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