Un incubatoio ittico a Endine
Culla di nuovi pesci dei laghi

Sono ormai pronti a partire a Endine Gaiano i lavori per il nuovo incubatoio ittico, la culla che darà vita ai nuovi pesci autoctoni che andranno a ripopolare non solo il lago di Endine, ma anche il lago d’Iseo e il fiume Oglio.

Sono ormai pronti a partire a Endine Gaiano i lavori per il nuovo incubatoio ittico, la culla che darà vita ai nuovi pesci autoctoni che andranno a ripopolare non solo il lago di Endine, ma anche il lago d’Iseo e il fiume Oglio.

Proprio in questi giorni la Comunità montana dei laghi bergamaschi ha assegnato i lavori per la realizzazione della nuova opera che sorgerà in località Prada, a pochi passi dal centro sportivo, dove venerdì alle 15 sarà posata la prima pietra.

«Sarà uno dei più grandi di tutta la provincia di Bergamo – spiega l’assessore comunale Marzio Moretti – e servirà il lago di Endine, le valli e il lago d’Iseo. La realizzazione di un incubatoio ittico “a servizio” dell’ecosistema acquatico del lago d’Endine rientra tra le attività previste nell’ambito della richiesta di finanziamento alla Fondazione Cariplo nel Progetto 2011 “Tutelare la qualità delle acque”. Di fatto verrà creata una sorta di edificio in legno su base di cemento nella quale verrà realizzato un pozzo che porterà in superficie l’acqua che servirà per riempire le vasche per il ripopolamento. Un lavoro importante che è stato affidato alla ditta Agliardi e che ora potrà partire in modo da poterlo terminare entro la fine dell’anno».

«Qui – prosegue Moretti – verranno riprodotti gli esemplari autoctoni, luccio, persico e gli altri pesci che negli ultimi anni sono andati diminuendo nei nostri laghi. Attraverso gli incubatoi ittici è possibile effettuare la riproduzione artificiale di pesci selvatici, nel cui corredo genetico si sono selezionati i migliori caratteri possibili per quello specifico ambiente. Altro ruolo importante degli incubatoi ittici, nell’ambito dell’esecuzione del ripopolamento, è rappresentato dal poter decidere il momento migliore per il rilascio dei pesci. La struttura verrà poi data in gestione all’associazione dei pescatori che la cureranno».

E questa struttura aiuterà a riportare nelle acque pesci autoctoni, dando così una mano alla campagna già avviata da alcuni anni per l’eliminazione del pesce siluro e del carassio, due specie che arrivano dal Nord Europa e che hanno provocato una repentina diminuzione delle specie locali.

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