Una sola lista a Sant’Omobono
L’unica incognita è il quorum

Una sola lista, capeggiata dall’unico candidato sindaco Paolo Dolci, si presenta al voto nel nuovo Comune di Sant’Omobono Terme, nato dalla fusione del più grande paese dell’alta Valle Imagna con Valsecca, firmata il 4 febbraio.

Una sola lista, capeggiata dall’unico candidato sindaco Paolo Dolci, si presenta al voto nel nuovo Comune di Sant’Omobono Terme, nato dalla fusione del più grande paese dell’alta Valle Imagna con Valsecca, firmata il 4 febbraio. In gara c’è soltanto il gruppo «Uniti per crescere» guidato da Dolci, direttore finanziario del Comune di Cassano e già sindaco di Sant’Omobono dal 2011.

La Lega Nord non ha presentato una sua lista e quindi non correrà per cercare di riconquistare il capoluogo della Valle Imagna che ha guidato ininterrottamente dal 1994 al 2011. Il segretario del Carroccio valdimagnino e consigliere provinciale Matteo Malighetti spiega: «L’obiettivo era quello di dar vita a una lista civica di ispirazione leghista, ma poi sono sopraggiunte delle problematiche che non ci hanno permesso di presentarci». Tra l’altro era girata voce su altre liste civiche, che invece non si sono concretizzate.

«Siamo rimasti sorpresi nel non vedere alcuna lista in contrapposizione alla nostra – dichiara Dolci –, ma dato il clima costituente di questo primo mandato elettorale siamo convinti che l’assenza di altre compagini sia il risultato di una sostanziale condivisione del nostro operato. In questi tre anni di amministrazione abbiamo condiviso molte scelte con gran parte della minoranza, a partire dalla ferma contrarietà alla discarica di Strozza e dal ruolo di Sant’Omobono Terme quale guida dell’alta Valle Imagna». Un ruolo che la fusione con Valsecca ha sicuramente accentuato e che porterà benefici alle collettività dei due Comuni fusi, a partire dai contributi statali - circa due milioni di euro in 10 anni -, dall’esonero dal patto di stabilità per almeno tre anni e dalla possibilità di gestire una macchina organizzativa più completa ed efficiente.

La corsa solitaria comporta però dei rischi rilevanti, derivanti da un quorum non così scontato. Per essere valida, la votazione del 25 maggio dovrà vedere la partecipazione di almeno il 50% degli aventi diritto

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