Vecchi banditi fuori dal tempo
fregati dalla videosorveglianza

Questa è la storia di due vecchi rapinatori sopraffatti dai sistemi di videosorveglianza, dalle microspie e da tutte quelle diavolerie con le quali si ostinano a non fare i conti. Ma è anche la storia di un’anagrafe criminale finita fuori tempo massimo.

Questa è la storia di due vecchi rapinatori sopraffatti dai sistemi di videosorveglianza, dalle microspie e da tutte quelle diavolerie con le quali si ostinano a non fare i conti. Ma è anche la storia di un’anagrafe criminale finita fuori tempo massimo, a rischio di estinzione per colpa di quel darwinismo tecnologico che ormai interessa anche la sfera delinquenziale.

M. T., 56 anni, di Sorisole ed E. B., 62, di Bergamo, arrestati ad aprile con l’accusa di aver dato fuoco - su commissione - alla ditta di bancali Europallets a Grumello del Monte il 12 dicembre 2013, sono scivolati su dettagli che ai loro tempi non sarebbero stati colti, ma che oggi non sfuggono all’occhio implacabile delle telecamere. E finiscono persino per fare tenerezza quando i militari, che li stanno intercettando, li ascoltano imbastire i loro fragili alibi.

Il primo errore lo commettono usando l’auto nella disponibilità di E. B., una Lancia Y cui manca lo sportellino del serbatoio: particolare che si rivelerà decisivo. La vettura viene ripresa dalla videosorveglianza della zona industriale e, tramite altre telecamere, i carabinieri di Grumello riescono a risalire prima alla targa e poi al sessantaduenne. Qualche settimana più tardi i militari la individuano sotto casa sua e la fotografano: non ha lo sportellino.

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