Vitalizi in Regione, è scontro
Gli ex non mollano: non c’è intesa

Non c’è intesa sul taglio dei vitalizi tra il gruppo di lavoro del Consiglio lombardo e l’associazione degli ex consiglieri regionali. Questo con la maggioranza del gruppo di lavoro favorevole a un taglio complessivo attorno al 10%. Lo stop dell’associazione degli ex consiglieri.

Non c’è intesa sul taglio dei vitalizi tra il gruppo di lavoro del Consiglio lombardo e l’associazione degli ex consiglieri regionali. Mentre la maggioranza del gruppo di lavoro, al quale partecipano tutte le forze politiche presenti nell’assemblea e l’assessore regionale al Bilancio Massimo Garavaglia, sarebbe favorevole a un taglio complessivo attorno al 10%, dall’associazione degli ex consiglieri è arrivato uno stop.

Che ci sia aria di maretta è testimoniato dal fatto che il gruppo di lavoro, coordinato dal presidente del Consiglio lombardo Raffaele Cattaneo (Ncd), nelle prime intenzioni avrebbe dovuto chiudere la partita del taglio ai vitalizi già a metà febbraio. Tuttavia i tempi si sono allungati proprio per cercare un accordo con gli ex consiglieri che, però, a quanto pare al momento non è ancora arrivato. Anzi, il segretario dell’associazione, Alessandro Patelli, ha avvertito che «se si toccano i vitalizi a livello strutturale arriveranno una serie di ricorsi; la strada invece potrebbe essere quella di un contributo, attorno al 10%, temporaneo e non esagerato, una sorta di contributo di solidarietà». Insomma, di fronte alla crisi del Paese, «gli ex consiglieri sono disposti a fare dei sacrifici, però che siano temporanei e non eccessivi». Inoltre «questo contributo deve essere finalizzato a qualcosa, ad esempio a delle borse di studio, altrimenti non si sa dove va a finire». Patelli ha poi ribadito che nel confronto con il gruppo di lavoro, l’associazione «non è andata a contrattare una riduzione, ma è stato semplicemente chiesto un parere».

Adesso la prossima riunione del gruppo di lavoro è prevista per lunedì e sembra che l’intenzione delle forze politiche sia quella di chiudere in ogni caso, anche proponendo un taglio ai vitalizi senza un accordo con gli ex consiglieri. Ma questo, probabilmente, significherebbe uno scontro totale e una pioggia di ricorsi.

Al momento, tra le poche certezze, c’è la bocciatura della proposta del Movimento 5 Stelle. I grillini, che in un primo tempo avevano chiesto l’abrogazione totale dei vitalizi, hanno poi ipotizzato una rimodulazione del versamento su base contributiva, esattamente come avviene per gli altri cittadini. Tuttavia l’ipotesi è stata scartata perché, secondo gli altri partiti, difficilmente reggerebbe gli eventuali ricorsi degli ex consiglieri. Lo stesso Cattaneo, nelle scorse settimane, aveva ammonito sul fatto che la Corte Costituzionale abbia aperto alla possibilità di rivedere i diritti acquisiti a patto che questa «rivisitazione» non stravolga la vita economica delle persone.

Sul tavolo, dunque, resterebbero due proposte. La prima è una riduzione del vitalizio in base al rapporto tra l’ammontare della pensione e i contributi versati, che porterebbe a un taglio tra il 5 e il 18,5 per cento e a un risparmio mensile di 53mila euro. Oppure una riduzione per scaglioni in base ad alcune fasce, che potrebbero essere da 0 a 2.000 euro, da 2.000 a 4.000 e da 4.000 in su. Questa ipotesi porterebbe a un taglio dell’assegno tra il 5 e il 14 per cento. Oggi i vitalizi costano al Consiglio regionale circa 620mila euro al mese, 7,5 milioni l’anno, e con una riduzione complessiva attorno al 10% si avrebbe un risparmio di 600-800 mila euro all’anno. Infine, va comunque ricordato che il tema dei vitalizi riguarda solo gli ex consiglieri perché, a partire dalla legislatura in corso, questa forma pensionistica è stata soppressa.

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