Gandino: «La Traviata» di Verdi
appassiona sempre grandi e piccini

È un dato di fatto: l'opera appassiona ancora tutti, grandi e piccini. Lo ha dimostrato a chiare lettere il tutto esaurito di venerdì scorso, al teatro Loverini di Gandino, per «La Traviata» di Giuseppe Verdi.

È un dato di fatto: l'opera appassiona ancora tutti, grandi e piccini. Lo ha dimostrato a chiare lettere il tutto esaurito di venerdì scorso, al teatro Loverini di Gandino, per «La Traviata» di Giuseppe Verdi.

Tratta dal repertorio classico delle produzioni liriche italiane più famose al mondo, la travolgente storia d'amore tra Violetta Valéry e Alfredo Germont, datata 1853, non poteva lasciare indifferente nemmeno il pubblico più giovane della Val Seriana, di solito poco avvezzo alla musica d'altri tempi.

Lo spettacolo è, difatti, parte integrante del progetto «L'opera a scuola» e oltre ad un pubblico adulto (presente in modo considerevole venerdì sera) ha visto in platea, anche giovedì mattina, in anteprima, tutti gli studenti della scuola secondaria di primo grado di Gandino e Casnigo.

L'importante iniziativa culturale voluta espressamente dalla dirigente scolastica Marisa Picinali con il vicepreside Sandro Corti unitamente ai Comuni patrocinanti di Gandino ( l'assessore alla cultura Rosaria Picinali e la Pro Loco) di Cazzano S.Andrea e di Casnigo mira, infatti, a sensibilizzare tutta la cittadinanza locale al vasto mondo della lirica.

Uno staff d'eccezione quello della «Traviata» gandinese, a partire dal regista, lo stesso Sandro Corti insieme a Clara Bertella e Cinzia Picinali, entrambe sia docenti della scuola, sia sul palco rispettivamente nelle vesti di Violetta, la protagonista, e di Annina.

L'originale Preludio, animato e reinterpretato dalla supervisione emblematica di Corti, trasporta subito lo spettatore all'interno di un flash-back nel quale già compaiono i temi centrali dell'opera: l'amore e la morte. La bella scenografia e i ricercati costumi di Calauce creano l'atmosfera della Parigi sfarzosa di fine Ottocento.

I tre atti a seguire, come dal libretto originale di Francesco Maria Piave, raccontano con ritmo serrato lo sventurato intreccio amoroso tra il giovane nobile Alfredo Germont e la meretrice d'alto bordo Violetta Valery: l'incontro, l'innamoramento, le feste, la vita insieme, il sacrificio della separazione ed infine la morte di lei.

Le scene si susseguono in un continuum vorticoso di passione e tragedia, di spensieratezza e dolore; i sentimenti si fanno musica e canto. Le belle coralità verdiane intonate con vigore coinvolgente dal coro dell'associazione musicale Calauce e dagli altri personaggi (Giorgio Germont- Davide Rocca; Flora Bervoix- Eleonora Pagani; Marchese d'Obigny- Alessandro Calamai; Barone Douphol- Roberto Maietta; Annina – Cinzia Picinali; Dottor Grenil – Giovanni Guerini; Gastone- Edoardo Francescani) spezzano a tratti il ritmo emotivo della narrazione.

«Libiam ne' lieti calici; Noi siamo zingarelle/È Piquillo un bel gagliardo; Si ridesta in ciel l'aurora» sono solo alcuni dei brani salienti musicati dal vivo da un quartetto d'eccezione (pianoforte e trascrizione: Paolo Rinaldi; flauto traverso: Nadia Vecchi; clarinetto: Damiano Bertasa; clarinetto basso: Roberto Pezzotta).

Incisive le interpretazioni vocali e gestuali della Bertella (Violetta) con Filippo Pina Castiglioni (Alfredo Germont), capaci di far rivivere una storia d'amore senza tempo, fatta di sentimenti universali. «Nonostante le convenzioni sociali e gli impedimenti, l'amore vero purifica e avvicina a Dio» sembra riecheggiare tra gli spartiti del grande maestro. È ciò che si percepisce dalla platea e che ancora oggi commuove e rapisce.

Claudia Azouri

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