Missione marziana
Una base a Bergamo

Una base marziana nell'hinterland di Bergamo, una grande struttura dove studiare il comportamento della psiche e dell'organismo umano in vista della lunga missione spaziale verso il Pianeta Rosso. Una base dove sperimentare tecniche di sopravvivenza. 

Una base marziana nell'hinterland di Bergamo, una grande struttura dove studiare il comportamento della psiche e dell'organismo umano in vista della lunga missione spaziale verso il Pianeta Rosso. Una base dove sperimentare tecniche di sopravvivenza, possibilità di convivenza di un equipaggio, ma anche per sviluppare risorse proprie.

Ne parla il responsabile del progetto, Antonio Del Mastro, presidente della sezione italiana della Mars Society, che abita a Curno. Ingegnere sognatore, ma pur sempre ingegnere: quindi concretezza e senso di realtà.

In che cosa consiste questa base marziana?
«Inizialmente sono previsti tre moduli, ciascuno di sei metri di lunghezza per quattro metri di altezza che si sviluppano attorno a uno snodo comune. Un modulo ospiterà la serra, un altro il laboratorio e un terzo sarà quello abitativo».

Qual è il senso di una base marziana nell'hinterland bergamasco?
«Lo scopo essenziale è lo studio delle possibilità di sopravvivenza sul pianeta Marte. Basi di questo tipo ce ne sono già, in attività sono quattro nel mondo, due appartengono proprio alla Mars Society. Ma sono base poste in luoghi estremi, dal deserto americano all'Antartide, per simulare ambienti vicini a quelli di Marte. Questo comporta costi alti e il completo isolamento delle basi. Noi riteniamo invece che sia interessante simulare un ambiente marziano in un luogo densamente abitato».

Per quali ragioni?
«Perché una ricerca in questo campo può rappresentare un elemento di sviluppo economico e culturale. Si tratta di un settore tecnologicamente nuovo dove si possono creare tante possibilità di lavoro. Perché ormai il problema non è se si andrà mai su Marte, ma quando si andrà».

Ma come pensate di ricreare un ambiente marziano?
«Attorno alla base realizzeremo un terreno simulato marziano dove gli astronauti, che comunque saranno isolati, potranno avventurarsi. Prevediamo anche l'utilizzo di robot. Ogni cosa avverrà come se la base si trovasse davvero su Marte, per esempio le comunicazioni con la "Terra" avverranno con lo scarto di diversi minuti, da tre a quindici, a secondo della distanza di Marte dal nostro pianeta in quel periodo».

Leggi le due pagine dedicate all'argomento su L'Eco di giovedì 22 agosto

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