Bergamo celebra Caravaggio
L'evento del 2010 firmato Sgarbi

Si preannuncia l’evento artistico bergamasco del 2010, non l’ennesima selezionata esposizione dedicata a Michelangelo Merisi da Caravaggio, né la solita mostra celebrativa che ripercorre vita e opere di un artista. Non a caso dietro a «Gli occhi di Caravaggio» - questo il titolo proposto - c’è lo storico dell’arte Vittorio Sgarbi, che curerà l’evento con altri conoscitori della cosiddetta pittura della realtà come Mina Gregori. «Ho proposto - anticipa Sgarbi - il progetto di una mostra per il quarto centenario della morte di Michelangelo Merisi da Caravaggio, che è avvenuta nel 1610 a Porto Ercole e si celebrerà nel 2010. E l’assessore alla Cultura del Comune di Bergamo Claudia Sartirani con sollecitudine lo ha accolto».

«Perché è un’opportunità per la città, - spiega la stessa Sartirani - E’ un’esposizione importante di un artista di rilievo, che anch’io come Sgarbi amo e che quest’iniziativa celebra in modo particolare e originale. E può riaccendere a Bergamo l’idea di presentarsi a livello nazionale con una nuova stagione di grandi mostre, in cui coinvolgeremo tutte le istituzioni, innanzitutto Regione Lombardia e Provincia, enti come le banche e privati, cioè aziende, che, anche se attraversano un periodo difficile, dimostrano sempre molto interesse a promuovere iniziative di carattere culturale». Così il Comune di Bergamo - in autunno, in sede ancora da definire - riaprirà la stagione delle grandi mostre storico-artistiche, inaugurata nel ’98 da «Lorenzo Lotto, il genio inquieto del Rinascimento», già aperta alla pittura caravaggesca nel 2000 in «Caravaggio. La luce nella pittura lombarda» e ne «La luce del Vero», proseguita nel 2001 con «Bergamo. L’altra Venezia. Il Rinascimento negli anni di Lorenzo Lotto (1510-1530)». Esposizioni a cui si aggiunsero, secondo scelte e criteri diversi, nel 2003 la monografica di «Fra’ Galgario. Le seduzioni del ritratto nel ’700 europeo» e nel 2005 la collezione «Cézanne Renoir» del Musés de l’Orangerie di Parigi.

La mostra è ancora in via di definizione da parte del curatore Sgarbi e degli altri storici dell’arte coinvolti: oltre a Gregori, l’autore del libro «Il giovane Caravaggio in Lombardia» Giacomo Berra, l’esperto di diagnostica delle opere caravaggesche Paolo Sapori e Francesco Frangi, che ha curato mostre, ad esempio, su Savoldo tra Foppa, Giorgione e Caravaggio e sulla pittura di genere e di realtà da Caravaggio a Ceruti. L’assessore Sartirani può solo accennare al fatto che «si sta pensando di esporre solo un nucleo di opere di Caravaggio - tre o quattro di soggetto sacro, quali la «Conversione di San Paolo», il «Riposo dalla fuga in Egitto» e «Il sacrificio di Isacco», alcuni dipinti di soggetto profano, fra cui ritratti, e una sezione di disegni - e numerose opere che «Gli occhi di Caravaggio» videro, a Milano, Bergamo, Brescia, Cremona e Venezia tra il 1585 e il 1592, cioé negli anni giovanili ch’egli trascorse a Milano prima di trasferirsi a Roma. Da ottanta a cento opere di artisti lombardi e veneti quali Giorgione, Tiziano, Tintoretto, Savoldo, Moretto».

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