E' morto Sergio Pininfarina
Il cordoglio dei bergamaschi

E' morto questa notte Sergio Pininfarina, lo storico patron dell'omonimo gruppo, all'eta' di 85 anni. Nato a Farina (in provincia di Torino) l'8 settembre 1926, Pininfarina era stato nominato senatore a vita dal Presidente Carlo Azeglio Ciampi nel 2005.

Anche la Bergamo industriale ricorda, commossa, Sergio Pininfarina. «L'ho conosciuto - afferma Alberto Bombassei, patron della Brembo - per il comune impegno imprenditoriale nel mondo dell'auto. È stato per me un esempio di come nel nostro settore si possano coniugare la competenza tecnica e ingegneristica con uno straordinario senso del bello. Una caratteristica italiana che ha trovato in lui uno dei più felici interpreti. Ci incontravamo spesso a Maranello per la comune passione per Ferrari e il mondo delle corse e non di rado in quelle occasioni ho tratto suggerimenti per lo sviluppo dei nostri prodotti. Mi piace ricordare che grazie anche alla sua indicazione sono stato nominato Cavaliere del lavoro. La sua sobrietà e la sua profonda umanità mancheranno ai moltissimi che hanno avuto l'opportunità di conoscerlo e ancor più a chi ha avuto l'onore di esserne amico. Mi stringo ai familiari in questo momento di grande tristezza».

«Commosso e particolarmente colpito» Giovanni Giavazzi, presidente della Fondazione Italcementi Carlo Pesenti, europarlamentare con Pininfarina dal 1979 al 1988: «Anche se eravamo in due gruppi diversi, lui nei liberali e io eletto per il Partito popolare europeo, ho sentito in lui un collega dai validi fondamenti e con caratteristiche di lealtà, competenza e adesione convinta ai principi dell'Europa unita, che erano anche i miei. Credo che questo sia uno degli apprezzamenti migliori che si possano fare a Pininfarina».

Che Giavazzi ebbe modo di conoscere anche in qualità di presidente di Confindustria, dal 1988 al 1992. «A quel tempo - prosegue l'avvocato - ero presidente di Italcementi. Nei rapporti specifici istituzionali potei verificare le capacità, l'apertura significativa e l'equa valutazione dei problemi che aveva manifestato quando era europarlamentare a Bruxelles».

Mario Mazzoleni, presidente degli industriali di Bergamo dal 1991 al 1994, ricorda «l'uomo di vecchio stampo, dalla grande cordialità e dallo stile sabaudo, dotato di notevole equilibrio e determinato nel raggiungere gli obiettivi che si prefiggeva. Credo sia stato uno degli ultimi presidenti di quella Confindustria che oggi non c'è più. Ora ci si sgambetta, si sgomita. Non ne faccio una colpa: i tempi sono cambiati, ma il presidente Pininfarina era di un'altra stoffa. Ecco, ripeto, non è colpa di nessuno, ma ho una grande nostalgia di quelle persone. Come Pininfarina, appunto, che bisognava pregare in ginocchio di fare il presidente, perché non aveva alcuna ambizione».

Senza contare «le qualità dell'imprenditore - aggiunge Mazzoleni -, che ha costruito vetture che hanno fatto la storia dell'automobilismo. Tra l'altro, la mia prima auto fu una Fiat Osca carrozzata Pininfarina. Mi viene in mente un episodio, legato alla mia azienda di famiglia. Nel 2007 la Mazzoleni compiva cent'anni e per celebrare l'avvenimento decidemmo anche di pubblicare un libro. Sergio Pininfarina scrisse la prefazione di quel testo. Non dovemmo neppure pregarlo: anzi, memore del rapporto di amicizia che lo aveva legato a mio padre Emilio, si disse onorato di poter scrivere tale prefazione. E quando era ancora presidente di Confindustria, volle proprio che fosse mio padre a guidare la Commissione di riforma del sistema associativo di Confindustria».

"Desidero esprimere il mio personale cordoglio e quello di Regione Lombardia ai familiari del senatore Sergio Pininfarina". E' quanto afferma il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. "Designer e imprenditore straordinario - prosegue Formigoni - è stato capace di proseguire, nel Novecento, la secolare tradizione dell'Italia dell'eleganza, dello stile e della bellezza, dove non esiste soluzione di continuità tra il mestiere e l'arte: dalle carrozze che il nostro Paese vendeva ai sovrani di mezza Europa, sino all'automobile italiana moderna, la cui linea è ammirata e imitata in tutto il mondo". "Sergio Pininfarina - conclude Formigoni - con il suo impegno nel lavoro e nella vita pubblica italiana, lascia nel Paese un solco profondo, che sarà a lungo un riferimento per molti".

© RIPRODUZIONE RISERVATA