Parisi, dal Cnr grandi successi ma è sottofinanziato

Il Consiglio Nazionale delle Ricerche è sottofinanziato ma nonostante questo ha una lunga storia di successi eccezionali: quali meraviglie potrebbe raggiungere con finanziamenti adeguati? E’ la domanda sollevata da Giorgio Parisi, premio Nobel per la fisica nel 2021 e presidente della Classe di Scienze Fisiche e Naturali dell’Accademia Nazionale dei Lincei in occasione di un convegno organizzato ai Lincei a Roma per celebrare i 100 anni dalla nascita del Cnr.

“Quella del Cnr è una storia di successi eccezionali ma nonostante questi successi il Cnr, come tutto il comparto della ricerca, è sottofinanziato”, ha detto Parisi. Il fisico italiano ha spiegato che i finanziamenti diretti dello stato coprono gli stipendi e poco più mentre la quasi totalità delle ricerche vengono fatte con i fondi ottenuti mediante grant, italiani europei, contratti con amministrazioni pubblici e privati. Fatto che impedisce al Cnr di articolare sia una direzione strategica della ricerca, in quanto i fondi disponibili interni sono scarsissimi, che un adeguato finanziamento di base per chi non è in grado di attrarre fondi esterni. Un fenomeno che si traduce anche nell’incapacità di attirare, a meno di poche lodevoli eccezioni, ricercatori stranieri. “Il messaggio da portare a casa non è tanto: grandissimi risultati, va tutto bene”, ha concluso Parisi. “Piuttosto – ha è chiesto Parisi – se abbiamo ottenuto tutto questo con finanziamenti scarsi per la ricerca, quali meraviglie saremmo in grado di ottenere con finanziamenti adeguati?”.

Anche nella scienza occorre ripensare il rapporto tra l’uomo e il pianeta, tenere in conto il nostro impatto sull’ambiente e gli equilibri con ciò che ci circonda. A dirlo è stata Maria Chiara Carrozza, presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, intervenuta in apertura del convegno organizzato dall’Accademia Nazionale dei Lincei per celebrare i 100 anni di cooperazione tra i due enti.

“Oggi più che mai abbiamo davanti a noi importanti questioni scientifiche di vasta portata, dal mondo delle fisica e dell’astronomia fino a quello delle scienze della vita, sfide che dobbiamo affrontare con coraggio, apertura e scambio proficuo di idee”, ha detto Carrozza dopo aver ricordato l’importanza della figura di Vito Volterra, accademico dei Lincei e fondatore del Cnr, 100 anni fa, che dovette pagare a caro prezzo le sue posizioni di indipendenza e di opposizione al fascismo. “Uno dei grandi temi attuali è quello del futuro dell’umanità – ha aggiunto la presidente del Cnr – e più in generale il dover rivedere il rapporto tra l’uomo e il pianeta”. In particolare le scienze applicate hanno, secondo Carrozza, tenuto poco conto del loro impatto sull’ambiente ed è dunque importante ripensare molti elementi a partire dalle metodologie della progettazione. “Penso al settore della robotica in cui lavoro da tanti anni – ha aggiunto – dove finora le tecnologie che abbiamo sviluppato non sono state pensate per essere circolari. Questo vale in un settore che conosco bene ma sono convinta che questi vincoli esistano in ogni settore, dobbiamo più in generale ripensare la scienza come base della realizzazione di nuove tecnologie che siano in equilibrio con l’ambiente che ci circonda”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA