Dottor Jekyll, mister Silvio

È uno strano caso quello del signor Silvio e del cavaliere Berlusconi. Uno è un avventuroso imprenditore di successo, proprietario di televisioni e giornali, finito nel mirino della magistratura per qualche banale dimenticanza tributaria.

È uno strano caso quello del signor Silvio e del cavaliere Berlusconi. Uno è un avventuroso imprenditore di successo, proprietario di televisioni e giornali, finito nel mirino della magistratura per qualche banale dimenticanza tributaria (mister Agrama ne sa qualcosa) ed eccessiva generosità verso prosperose teenager. L’altro è un politico che parla dritto alla pancia della gente e ha raccolto milioni di voti sotto la bandiera della libertà (ora provvisoria). Silvio infatti è stato condannato per la faccenda dei soldi non versati al fisco. Il cavaliere invece ha guidato fino all’altro ieri il polo del centro destra finchè non è scivolato su una chiazza di spread davanti a palazzo Grazioli.

É una situazione incresciosa, poichè si tratta della stessa persona. Silvio stesso si è svelato rivolgendosi al presidente Napolitano: dammi la grazia, ma senza che te lo chieda. Purtroppo non funziona così. E poi sono in arrivo altre sentenze, altri impicci. Mica si può concedere l’amnistia perpetua, come il cartoncino del Monopoli «Fuori di prigione». Serve una soluzione definitiva al caso: questi due individui non possono coesistere nella stessa persona. Pena la caduta del governo, il default dell’Italia, il crollo dell’euro e il naufragio delle democrazie occidentali. Pare che il Cnr stia lavorando a un progetto di sdoppiamento atomico con ciclotrone. Avremo finalmente due soggetti distinti: il reo Silvio e il cavaliere smacchiato. Oppure raddoppieremo i nostri guai.

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