Due opere d’arte

di Giorgio Gandola

Siamo proprio un Paese museo, immobile nei riflessi condizionati e nei pasticci amministrativi almeno quanto i bronzi di Riace. E in agosto, quando la massima parte dei turisti invade l’Italia per ammirare le bellezze della nostra storia millenaria, riusciamo a dare il peggio delle attitudini nazionali.

Siamo proprio un Paese museo, immobile nei riflessi condizionati e nei pasticci amministrativi almeno quanto i bronzi di Riace.

E in agosto, quando la massima parte dei turisti invade l’Italia per ammirare le bellezze della nostra storia millenaria, riusciamo a dare il peggio delle attitudini nazionali proprio nei templi della conservazione, dove secondo una ben nota teoria di accademici – più illusi che illuminati – le opere d’arte dovrebbero diventare fonte di business culturale.

Facciamola corta: due figuracce in 24 ore. La prima a Roma, dove si apriva il mausoleo di Augusto per le celebrazioni bimillenarie dell’imperatore più famoso dell’antichità. Chi aveva prenotato la visita si è trovato di fronte a uno spettacolo unico e non del tutto gradevole: per la rottura di una condotta dell’acqua, il fossato era allagato come se si trattasse di un maniero medioevale.

Il problema è che, mancando il ponte levatoio, i visitatori hanno dovuto fare lo slalom fra le pozze. Il soprintendente ha minimizzato, la mitica Acea (la municipalizzata con un debito monstre di 2,4 miliardi) è corsa a riparare la tubatura a cose fatte. E il sindaco Marino, ribattezzato l’allegro chirurgo, aprirà un’inutile inchiesta.

La seconda figuraccia a Napoli, dove un addetto alla sicurezza di Palazzo Reale è stato fotografato mentre russava sul posto di lavoro. La foto sta facendo il giro del web e chi l’ha postata ha aggiunto la didascalia: «Non ho rubato nulla perché ho già un Giotto appeso sul caminetto».

Qualche commento straniero: «Solo in Italia», «Italian style», «Per fortuna gli italiani non sono tutti come lui». Fino a pochi anni fa, durante le vacanze, i musei li tenevamo chiusi. Forse era meglio.

Giorgio Gadola

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