Gli amici del Gattopardo

di Giorgio Gandola

Cosa c’è di meglio, per aiutare i giovani, di un corposo e strutturato Progetto Giovani? Già le maiuscole danno un senso istituzionale all’iniziativa, quindi immaginiamo un bel convegno per lanciarlo

Cosa c’è di meglio, per aiutare i giovani, di un corposo e strutturato Progetto Giovani? Già le maiuscole danno un senso istituzionale all’iniziativa, quindi immaginiamo un bel convegno per lanciarlo, una presenza massiccia sui social network per spiegarlo e una consistente cifra per finanziarlo.

Per la verità servirebbe anche un’idea originale per concretizzarlo, ma si sa che quest’ultimo passaggio in Italia è un optional. Il Progetto Giovani più curioso degli ultimi anni è quello portato avanti dalla Regione Sicilia, che in queste imprese rimane all’avanguardia mondiale per fantasia e per disinvoltura.

Progetto: «Giovani in Sicilia». Contenuti: da definire. Organizzazione: società Italia Lavoro, facente capo all’omonimo ministero. Finanziamento: cinque milioni di euro. Caratteristica dominante: tre di quei cinque milioni da destinare a un centinaio di consulenti esterni pronti ad affiancare, supportare, implementare e definire le linee guida del titanico lavoro.

Morale: il 60% dei fondi non è certo per i giovani, ma per i soliti amici del giaguaro, anzi del gattopardo. Ci risiamo con le consulenze esterne, uno dei mali dell’amministrazione pubblica, il bersaglio principale della spending review del commissario Cottarelli. Per definire lo scenario bisogna aggiungere che la Regione Sicilia stipendia già ventimila addetti e settemila lavoratori delle società partecipate. Un esercito. Il progetto è stato bloccato, ma Italia Lavoro ha già fatto sapere che si opporrà alla «revoca illegittima». E i giovani? Loro invecchiano.

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