La legge d’amianto

Respirarono l’amianto e come premio devono restituire un milione di euro. Benvenuti nel Paese del diritto, in nome del quale non si esita a collezionare rovesci. La storia è allucinante, ma nessuna critica sarebbe accettabile dai custodi della Legge perché tutto è in regola.

Quindi sembra del tutto normale che 80 ex operai delle Vetrerie Valdelsa (Empoli) abbiano ricevuto una cartella esattoriale con la quale si intima loro la restituzione totale di un milione di euro per aver ricevuto negli anni integrazioni di pensioni prima concesse e poi tolte dalla legge. C’è chi dovrà rimborsare seimila euro, chi fino a 97 mila, chi non c’è più perchè nel frattempo è passato a miglior vita per la prolungata esposizione alle fibre d’amianto delle fabbriche della valle dei vetri. In questi casi saranno le vedove o i figli a dover mettere mano al portafoglio, secondo la regola che lo Stato non ha mai lacrime, solo carte da bollo.

Quell’integrazione della discordia, sulla quale la Cassazione si è espressa in senso restrittivo, era stata decisa proprio per agevolare lavoratori costretti a operare in condizioni così sfavorevoli. In un centinaio ne avevano usufruito, ma dal 2008 in poi il Tribunale chiamato in causa dall’Inps ha cambiato idea. E basandosi sulla prescrizione e sulla decadenza delle prestazioni previdenziali, ha cominciato a rigettare ricorsi e a chiedere indietro i soldi. Gli ex operai hanno almeno ottenuto di poterli rimborsare a rate, in dieci anni. Ad ammalarsi per colpa dell’amianto avevano impiegato meno.

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