La pensione
col rossetto

«Abbellimento contabile». Il ritardo dell’erogazione delle pensioni di gennaio a 16 milioni d’italiani (totale circa 20 miliardi) avrebbe anche un nome che evoca un maquillage, perfino una maschera.

Abbellimento contabile, questo ci spiegano alcuni lettori esperti di finanza che ci hanno scritto dopo la singolare vicenda, del tutto regolare secondo la legge, ma per nulla rassicurante. Sia per il metodo, sia per l’angoscia provocata a chi attendeva l’assegno guadagnato dopo una vita di lavoro. Quindi un diritto, non una concessione.

Quello che secondo noi poteva essere al massimo uno scherzo del calendario, ha certamente determinato un vantaggio per lo Stato. «Pagando i pensionati con un giorno di ritardo - ci spiega un lettore - il relativo debito dello Stato che ammonta a svariati miliardi non viene rilevato alla chiusura contabile del 2015, e quindi si può dire di avere meglio rispettato il rapporto debito/pil».

In gergo si chiama window dressing, appunto abbellimento contabile, che alcune società e alcune banche applicano ai bilanci di fine anno per mostrare conti con le ciglia finte e il rossetto. Gli Stati non sono immuni dal vizietto, e se così fosse il bilancio ha beneficiato dello slittamento. Con una conseguenza non drammatica ma certamente antipatica: ancora una volta l’operazione è finita per pesare (più psicologicamente che altro, ma non era il caso) sulle spalle dei ceti più deboli. Questo ci fa dire che il 2016 - annunciato da discorsi melliflui e rassicuranti - poteva certamente cominciare meglio.

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