Le stagioni dell’età

È passato esattamente mezzo secolo: cinquant’anni fa al Festival di Sanremo vinceva a sorpresa una sedicenne veronese, Gigliola Cinquetti, con un’innocente canzone dal titolo eloquente «Non ho l’età». Un refrain tornato spesso alla ribalta delle cronache.

È passato esattamente mezzo secolo: cinquant’anni fa al Festival di Sanremo vinceva a sorpresa una sedicenne veronese, Gigliola Cinquetti, con un’innocente canzone dal titolo eloquente «Non ho l’età». Un refrain che negli ultimi mesi è tornato spesso alla ribalta delle cronache, citato espressamente anche dal premier Matteo Renzi quando ha chiesto la fiducia per il suo Governo ai senatori di Palazzo Madama.

Ha un’età anagrafica che non gli consentirebbe di sedere in quell’aula, ma che non gli vieta di soffiare sul vento delle riforme, nell’intento proprio di ridimensionare quel ramo di Parlamento. L’età è stata la dirimente decisiva anche per la vicenda di Ruby: la «nipote di Mubarak» non aveva «l’età per amare» (come non l’avevano le ragazzine dei Parioli) e il particolare era sfuggito ad un altro premier, Silvio Berlusconi, che dal 9 maggio a Cesano Boscone si confronterà con un’altra «età», la terza, che di amore (quello vero) ha bisogno più del pane.

A ben guardare in tutto questo c’è una morale: non c’è un’età giusta solo sulla carta, ad aprire la strada verso un futuro migliore possono essere le idee veloci dei giovani, ma anche la saggia, spesso silente, presenza degli anziani. Si dice che «i primi corrono più veloci, ma i secondi sanno dove andare». Proviamo ad applicarlo nella nostra Italia, che troppe volte dimostra di «non aver l’età» vivendo nell’eterna, comoda, attesa (per dirla con la Cinquetti) «che venga quel giorno». Perché se non ci decidiamo, alla fine comandano i mercati e c’è da piangere. Al Festival del 1964 la Cinquetti fu battuta nelle vendite da un brano di Bobby Solo: «Una lacrima sul viso»-

Gianbattista Gherardi

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