Sciopero bollente

Sapete qual è il luogo più bollente d’Italia? Nonostante il caldo diffuso, è la metropolitana di Roma.

Dove da qualche giorno va in scena uno sciopero bianco dei macchinisti, che in piena stagione turistica decidono quando lasciare a terra i passeggeri, quando fermarsi oppure no alle stazioni, quando riprendere il lavoro a pieno regime. Tutto in un contesto da «Ronda dei dannati» di Van Gogh, con i passeggeri esausti dalla calura ed esauriti dall’agitazione spontanea a singhiozzo che sta mettendo in imbarazzo gli stessi sindacati.

I macchinisti si difendono così: «Quando per voi facciamo sciopero, in realtà stiamo applicando il contratto». Il motivo del disservizio sta nella decisione del sindaco Ignazio Marino di togliere qualche privilegio ai dipendenti dell’Atac, azienda che perde mezzo miliardo e che contribuisce a dissestare i conti pubblici della capitale. I motivi del contendere sono due: l’introduzione dei badge con l’obbligo di timbrare il cartellino all’inizio e alla fine del servizio (come accade da decenni a moltissimi lavoratori pubblici e privati) e l’aumento della produttività da 700 ore all’anno a 950. Per la cronaca, è lo stesso livello di Napoli, mentre gli addetti ai treni di Milano lavorano 1100 ore all’anno.

«Quello che si sta verificando è un danno ai romani e ai turisti - ha spiegato ieri Marino - causato da comportamenti individuali da censurare». Il sindaco della Panda rossa è così diventato il paladino di tutti i passeggeri, esasperati dal comportamento dei macchinisti. La critica più delicata sui social è questa: «Licenziateli e, rispettando gli accordi di Schengen, andate ad assumerli ad Atene. Costano la metà e lavorano con entusiasmo». Un buon motivo per far rimanere la Grecia in Europa.

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