Sondando

di Giorgio Gandola

È atterrata un’astronave in piazza San Pietro e non l’hanno vista. E’ crollata la Tour Eiffel e non se ne sono accorti. Potremmo andare avanti così, a romanzare la Waterloo dei sondaggi e dei loro guru in questa tornata elettorale dai risultati sorprendenti.

È atterrata un’astronave in piazza San Pietro e non l’hanno vista. È crollata la Tour Eiffel e non se ne sono accorti. Potremmo andare avanti così, a romanzare la Waterloo dei sondaggi e dei loro guru in questa tornata elettorale dai risultati sorprendenti.

Sorprendenti anche perchè nessuno li aveva previsti. Affidarsi a una chiromante sarebbe stato più efficace che affidarsi a un istituto di ricerca e studio dei flussi. Un mese di campagna elettorale, stili diversissimi, caratterizzazioni cristallizzate sin dal primo minuto: Grillo a urlare contro tutti e tutto, Renzi a parlare di Europa diversa da quella a trazione tedesca con gli 80 euro in tasca, Berlusconi a giocare in difesa con una certa qual malinconia.

Eppure nessuno si è accorto che si stava scavando una voragine: il Pd ha vinto con uno scarto di venti punti. E ha vinto dappertutto.

Non stiamo parlando di una volata al fotofinish difficile da giudicare a occhio nudo, stiamo parlando del maggiore scarto elettorale della storia recente del nostro Paese. Niente, venti punti non pervenuti, come non avvistare la flotta aerea dell’ammiraglio Yamamoto che stava planando su Pearl Harbour.

Ancora all’ultimo minuto, prima del silenzio elettorale, si parlava di testa a testa, di scarti minimi. E tutto ciò induceva Grillo a dire: «Mi basta un voto più del Pd per dire di avere vinto». Stava già perdendo di 20 punti e nessun sondaggista era in grado di farglielo sapere. Se escludiamo lo scherzo resta l’abbaglio collettivo. Oppure gli italiani sono più burloni di chi li interroga.

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