Un niet vi seppellirà

Giorgio Gandola

S’avanza Carlo Cottarelli, che a differenza dell’ispettore Callahan è un commissario. Ma come dice Crozza, «farebbe paura anche a Clint Eastwood». Di sicuro ha centrato i filoni della spending review

S’avanza Carlo Cottarelli, che a differenza dell’ispettore Callahan è un commissario. Ma come dice Crozza, «farebbe paura anche a Clint Eastwood». Di sicuro ha centrato i filoni della spending review: classe politica e pubblica amministrazione.

Mentre la prima è sfuggente perché autoreferenziale (al solo accenno di sfoltimento del Senato il premier Renzi ha rischiato la sfiducia), la seconda è visibile, granitica e agguerrita. Al primo indizio di abolizione del Cnel - l’anacronistico centro studi creato negli anni Cinquanta, deposito di politici e sindacalisti a fine corsa che costa alla collettività 20 milioni l’anno esclusi i 4 di rimborso spese -, la risposta è stata: «Il Cnel non si tocca».

Al primo accenno di taglio dell’Ice, l’istituto per il commercio estero con un budget di 50 milioni per promuovere l’export - in un panorama statale che comprende ministeri, regioni, enti locali, cabine di regia, camere di commercio e commissioni permanenti del Cipe, totale duemila dipendenti con lo stesso obiettivo -, il riflesso condizionato di Confindustria è stato: «Nessuno tocchi l’Ice».

Al primo annuncio di 85.000 esuberi fra gli statali, ovviamente senza licenziamenti (nel bene e nel male non siamo in Inghilterra) ma con il consueto ricorso a mobilità e blocco del turnover, il grido del sindacato è stato: «Il pubblico non si tocca». Sarà una guerra senza quartiere e due campioni della conservazione del potere corporativo come Giorgio Squinzi e Susanna Camusso hanno già pronunciato i loro niet. Non sappiamo chi vincerà, ma adesso è chiaro dove sta il nuovo e dove sta il vecchio.

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