Momento delicato
È difficile accettare
di perdere così

Da che parte cominci quando devi commentare una gara tanto beffarda come Fiorentina-Atalanta? Grande orgoglio e determinazione dei nerazzurri che fanno la partita, ma vengono sconfitti per un rigore inesistente e una punizione nei minuti di recupero respinta dal balzo di Gollini ma quando ormai la palla aveva superato, seppur di poco, la linea di porta. A caldo c’è tanta amarezza perché hai visto Gomez e compagni giocare con l’impegno e l’intensità di chi vuole dare un’accelerata a un campionato che invece sembra una palude di sabbie mobili, in cui l’Atalanta tra pareggi e sconfitte sprofonda piano piano.

Guardate la classifica: lato destro, in basso. Non è da Atalanta di Gasperini, viene spontaneo osservare. Non è da Atalanta che mira all’Europa, viene da aggiungere. Ma siamo solo all’inizio di ottobre, c’è ancora tanto tempo per recuperare, il tecnico ne ha chiesto per oliare i meccanismi di una squadra che è cambiata forse più di quanto immaginassimo. E immaginavamo in meglio, vista la qualità dei singoli. Invece la stagione ha preso una piega contraria. E sul perché bisogna superare lo sconforto a caldo e ragionare: ok, l’arbitro ha sbagliato sull’episodio del rigore, il momento che ha di fatto (pesantemente) deciso l’incontro di ieri, ma l’Atalanta, ammirevole per la spinta che ha ripreso ad imprimere al suo gioco, continua a commettere troppi errori. Nei passaggi, nelle conclusioni. Errori che fanno torto a quella qualità dei singoli cui accennavamo.

L’Atalanta non vede più la porta, ha il piede miope. Forse che per correggere la mira c’è ancora da lavorare sulla testa dei giocatori e non solo sull’intesa del gruppo alla quale Gasp si sta applicando? Nel frattempo, almeno nell’immediato, è cambiato l’obiettivo: l’Europa è lontana, prima bisogna risalire la china. Anche il dopo-partita di ieri – la tensione tra Gasperini e Pioli, lo sfogo, giusto, di Luca Percassi sul mancato uso del Var – dà l’idea del momento delicato che vive l’Atalanta: la sconfitta di Firenze, per come è maturata, è una batosta dopo i pareggi con Milan e Torino che sembravano, pur con qualche meccanismo ancora da aggiustare, aver riavviato il motore della squadra che ci aveva abituato bene. E che proverà a scaricare la sua rabbia domenica a Bergamo contro la Samp, altro brutto cliente.

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