Ultrà assolti, ma rimangono in black list
Non possono andare allo stadio

Hanno in mano una sentenza d’assoluzione, ma restano nella «black-list» che impedisce la vendita di abbonamenti, voucher e biglietti per le partite di calcio. Sono 11 dei 13 ultrà nerazzurri protagonisti degli scontri di Atalanta-Triestina del 31 luglio 2004 giocata a Pordenone durante il ritiro della squadra a Piancavallo.

In primo grado, nel 2011, erano stati condannati, anche se le pene erano state tutte indultate. Ma i difensori avevano impugnato la sentenza e il 25 febbraio 2014 la corte d’appello di Trieste per i 13 tifosi aveva pronunciato il non doversi procedere per intervenuta prescrizione. La sentenza era diventata definitiva un mese più tardi e da lì in poi gli 11 ultrà atalantini, tutti privi di altre pendenze, avrebbero potuto tornare allo stadio. Sarebbe bastato che nel «cervellone» del Cen di Napoli (Centro elettronico nazionale, l’archivio informatico della polizia collegato alle biglietterie delle società di calcio e di Lottomatica) venisse inserita l’intervenuta assoluzione, perché scattasse il nulla osta. Ma così non è stato, e quando, già dai mesi scorsi, gli ultrà si presentano ad acquistare i ticket, si vedono rifiutare la richiesta.

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