Slot vicino alle scuola Mazzi
Protestano genitori e insegnanti

Mamme, papà, maestre, residenti, negozianti e persino qualche passante: in via Calvi tutti si fermano davanti all'ingresso dell'Istituto Mazzi dove è stato messo un tavolino preso in prestito da una classe elementare. Già raccolte 600 firme.

Mamme, papà, maestre, residenti, negozianti e persino qualche passante: in via Calvi tutti si fermano davanti all'ingresso dell'Istituto comprensivo Mazzi dove è stato messo un tavolino rosso, preso in prestito da una classe elementare.

È questo il punto di raccolta delle adesioni alla battaglia contro la nuova sala giochi che dovrebbe inaugurare sull'angolo con via Palazzolo. I lavori di ristrutturazione nel vecchio negozio di arredamento che dovrebbe trasformarsi in centro slot sono iniziati. E in attesa dell'individuazione della data del sit-in che il quartiere vuole organizzare davanti alla Prefettura, chiamando a raccolta tutti i rioni interessati dalle nuove aperture delle videolottery e tutti i cittadini contrari all'azzardo, prosegue la sottoscrizione del documento che verrà poi presentato al questore.

I punti di raccolta delle firme (ora è stata sfiorata quota 600 a cui si aggiungono quelle di via Tiepolo, circa 300), oltre all'oratorio dell'Immacolata, ora si stanno allargando: si sono aggiunti l'oratorio di San Giorgio, attraverso i volontari del dopo scuola, l'istituto Palazzolo e, per l'appunto, il comprensivo Mazzi. Sono mamme e papà a darsi il cambio al tavolino, da martedì scorso: ogni giorno e fino a lunedì saranno presenti dalle 7,45 alle 8,15 e dalle 15,45 alle 16,15 davanti alla primaria, con un foglio protocollo su cui indicare i nomi di chi sostiene il contenuto della lettera per il questore.

La stessa dirigenza scolastica ha voluto prendere una posizione in questa battaglia: «Anche se le sale da gioco stanno sorgendo come funghi - dichiara la vicepreside Fiorenza Varinelli - la notizia dell'apertura di una di esse in via Calvi ci ha lasciati stupiti e sconcertati più che altro per la collocazione scelta. Nelle immediate vicinanze ci sono, infatti, strutture scolastiche frequentate da più di 600 alunni e due oratori, con un'utenza che arriva fino a diciotto anni e oltre».

Il timore della vicepreside è, dunque, per i più giovani: «L'apertura di simili locali nelle vicinanze delle scuole preoccupa i genitori e ci preoccupa come istituzione educativa per la forza attrattiva che potrebbe avere sui ragazzi anche se, essendo nella maggior parte minorenni, non dovrebbero avere accesso».

Varinelli sottolinea che tutti, insegnanti e genitori, comunque, non si possono sottrarre dalle loro responsabilità: «Auspico che locali simili siano collocati il più lontano possibile dai luoghi sensibili ad alta frequentazione giovanile, ma dobbiamo interrogarci su come educare i nostri ragazzi a rifuggire dalla frequentazione di tali luoghi, sostenendoli con progetti educativi condivisi costruiti con una sempre più fattiva collaborazione e con un dialogo continuo tra le realtà educative, in primo luogo le famiglie».

Elisa Riva

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