Tennis: il giovane Scotti a casa Nadal
«Vederlo allenarsi è uno spettacolo»

Qualche foto col campione, gli autografi di rito e due giornate da ricordare. Mattia Scotti, under 14 del Tc Treviglio, ha vissuto l’esperienza che tutti i giovani aspiranti professionisti vorrebbero provare: stare a stretto contatto con un numero 1 della racchetta.

Mattia, sorteggiato tra i 673 protagonisti del Master finale del Trofeo Topolino a Torino, ha raggiunto la Spagna e in particolare Manacor per assistere, insieme ad altri tre under e alla ex «pro» napoletana Rita Grande, agli allenamenti di Rafael Nadal. Non solo. Scotti ha infatti potuto anche provare i campi dove lavora abitualmente lo spagnolo quando non è impegnato nel Tour.

«Vederlo lavorare è uno spettacolo - racconta Mattia - perché dà l’anima in ogni scambio. Sono stati due giorni importanti, che porterò con me per sempre, passati insieme a uno dei miei idoli praticamente in casa sua. E in campo mi sento già un po’ migliorato. Dove voglio arrivare? L’obiettivo è fare il professionista, stando tra i primi 300 al mondo».

Umile, il tennista trevigliese, come il campione di Manacor. «È tornato entusiasta - spiega il suo allenatore Giovanni Valchera - e molto colpito dal comportamento di Nadal. Mi ha detto di essere rimasto sorpreso nel vedere come Rafa riesca a divertirsi durante le sue giornate, tenendo ritmi di allenamento altissimo».

Una costante ricerca della perfezione che è la ricetta base per costruire i campioni. Ma, a proposito, la costruzione del giocatore Scotti a che punto è? «C’è molto da lavorare - spiega Valchera - ma sono soddisfatto del suo rendimento nel 2009. Sa fare un po’ tutto, ma deve imparare a raccogliere a rete le occasioni che si crea da fondo, anche perché è dotato di una buona mano. Il colpo migliore è il diritto, mentre è da migliorare l’atteggiamento».

Intanto però la stagione che si avvia al termine lo ha visto spesso protagonista in ambito regionale e nazionale, con un solo rammarico. «Nel torneo a squadre che assegnava gli scudetti - conclude il coach - potevamo ambire a qualcosa di meglio del quarto posto. Il risultato resta buono, ma forse abbiamo sottovalutato i nostri avversari. Chissà che, vedendo uno come Nadal che resta così umile malgrado il livello raggiunto, Mattia non abbia imparato anche questa lezione».

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