Ruopolo: «Il problema del gol?
È solo una questione di tempo»

Il posticipo più atteso della decima giornata del campionato di Serie B si è concluso con l'indiscutibile vittoria dell'Empoli (3-0) ai danni del Siena di Antonio Conte, che sarà una delle avversarie più agguerrite per l'Atalanta nella lotta alla serie A. Ovviamente si tratta di un risultato che non fa disperare l'intero clan bergamasco.

«Fa piacere una sconfitta del Siena - dichiara con sincerità Francesco Ruopolo -. Se vogliamo vincere il campionato dobbiamo sperare e “gufare” le altre squadre, come queste fanno con noi. Possiamo raggiungere i senesi prima, dato che ora sono solo avanti di tre punti».

Il centravanti atalantino, dopo essere stato schierato con le seconde linee nella primissima parte della stagione, ha saputo aspettare il suo momento e conquistare la fiducia del mister, grazie alla sua duttilità tattica e al sacrificio. «Giocare in una squadra come l'Atalanta non è facile - prosegue l'ex attaccante dell'AlbinoLeffe - Essendo presenti tanti attaccanti bisognava per forza aspettare la propria chance. Nel momento in cui ho avuto la possibilità di mettermi in mostra sono stato bravo a fare quello che il mister mi chiedeva. E'importante anche un quarto d'ora per essere decisivi: da giovane la pensavo diversamente, con l'esperienza sono maturato».

Il sapersi adeguare al rispettivo compagno di reparto è stata la scintilla che ha fatto scoccare l'amore tra la società bergamasca e il giocatore cresciuto nel settore giovanile del Parma. «Ho dimostrato di potere essere titolare in un gruppo di alto livello. E' un ottimo successo personale e so essere utile alla squadra perché mi adatto a fare reparto con chiunque. Quando sono stato accolto in società al momento della firma del contratto, Roberto Spagnolo mi ha spiegato che ero stato preso proprio per questo: queste parole mi sono rimaste impresse, perché ho capito cosa voleva la società da me».

All'orizzonte l'Atalanta vede il Piacenza di Madonna: per Ciccio Ruopolo potrebbe essere un sabato speciale, dato che fin dai tempi di Parma era una bestia nera per le squadre emiliane. «Al Piacenza qualche gol l'ho già fatto: contro le squadre emiliane mi sono spesso scatenato nelle giovanili del Parma, in quanto erano dei veri e propri derby. Sarà importante approcciare il match nella maniera giusta e non pensare di aver già vinto. E' una squadra con delle difficoltà, ma con buone individualità: dovremo essere bravi a sfruttare i loro punti deboli e fare attenzione ai loro attaccanti di qualità. Ritroverò Madonna, che ho avuto all'AlbinoLeffe: è un bravo allenatore, che insegna calcio. E' un'ottima persona con la quale mi sono sempre trovato bene, anche fuori dal campo. Prepara nei dettagli le partite lavorando tanto: ci darà del filo da torcere».

Dopo gli scontri diretti o presunti tali, la squadra nerazzurra è ora attesa da avversari sulla carta meno tosti.«Dobbiamo sfruttare queste partite perché almeno sulla carta il calendario ci dà una mano. Spesso però diventano incontri molto difficili: certe squadre contro di noi si esaltano. Se perdono contro l'Atalanta non hanno nulla da rimproverarsi, ma se solo pareggiano per loro diventa un gran risultato. È più facile scendere in campo senza l'assillo del risultato».

Appurati i miglioramenti del gioco con il centrocampo a rombo, ad eccezione del match contro l'Ascoli, ora resta da risolvere il problema gol per gli attaccanti. «E' solo una questione di tempo, perché le occasioni le creiamo. Si parla di problemi d'attacco quando una squadra costruisce poco: per noi questo non vale, dato che sbagliamo sempre nell'ultimo passaggio o nel tiro. Per un'attaccante è importante avere un giocatore come Doni alle spalle: ti sa mettere la palla sempre nel posto giusto».

Se ancora i bergamaschi si chiedono che tipo di giocatore possa essere Ciccio Ruopolo, ecco una descrizione perfetta fatta dallo stesso giocatore, magari non dotato di grande tecnica, ma che in campo si sacrifica per i suoi compagni. «Ho fatto sempre bene e sono spesso arrivato in doppia cifra, ma sono un giocatore che si sacrifica per la squadra. E' un lavoro importante perché togli pressione a certi giocatori che, grazie ai miei movimenti, possono essere nelle migliori condizioni per diventare decisivi. Se non faccio a sportellate con gli altri non sono contento: questo tipo di gioco, fatto di forza e contrasti, esalta le mie caratteristiche. Magari contro l'Ascoli non ho giocato benissimo, ma può capitare di sbagliare la partita».

Simone Masper

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