Atalanta, il «10» a Bonaventura
Doni soddisfatto: «Te lo meriti»

L'Atalanta riscopre il 10. Inteso come numero di maglia. L'input è arrivato dall'amichevole di domenica. Squadra in campo con i numeri pseudo-ufficiali e non è passato inosservato quel dieci sulle spalle di Giacomo Bonaventura. Che l'ha portato con estrema naturalezza.

L'Atalanta riscopre il 10. Inteso come numero di maglia. L'input è arrivato dall'amichevole di domenica. Squadra in campo con i numeri pseudo-ufficiali e non è passato inosservato quel dieci sulle spalle di Giacomo Bonaventura. Che l'ha portato con estrema naturalezza e leggerezza, quasi come se quel numerino così speciale che più di ogni altro nella storia del calcio ha alimentato sogni e fantasie popolari, non fosse poi così diverso dal suo caro 89 che tanta fortuna gli ha portato l'anno scorso.

La benedizione del capitano E proprio da qui, dall'89, partiamo. Perché se Jack, cresciuto col mito di Del Piero e Zidane («il mio preferito»), si ritrova quel 10 sulle spalle è stato anche per un gesto d'affetto nei confronti del suo amico e compagno di stanza in ritiro Guido Marilungo. «All'inizio - spiega Giacomino - il 10 l'aveva preso lui, ma preferiva l'89. Così ho deciso di lasciarglielo visto che ci teneva tanto e mi sono preso io il 10». Bonaventura ha avuto anche la «benedizione» di Cristiano Doni. Una scelta così importante non poteva che passare anche dall'approvazione del capitano. «Cristiano mi ha detto: «Prendilo convinto, te lo meriti. E così l'ho preso».

Il 10 mancava da 4 anni Sembra strano, ma il 10 mancava nella numerazione atalantina da ben quattro anni e l'ultima volta non è memorabile. L'ultimo 10 della storia nerazzurra è stato Simone Inzaghi nella stagione 2007-2008 e non serve aggiungere altro. Da allora più nessuno. In realtà l'anno scorso per qualche settimana in estate il 10 ha avuto un padrone: Edgar Barreto. Ma il paraguaiano appena si è liberato l'8 di Garics ha cambiato numero, lasciando vacante il 10. Ora finalmente l'Atalanta riavrà un vero numero dieci, inteso come il fantasista, il giocatore di maggior qualità tecnica e inventiva. Lo sarebbe stato di diritto Doni se non avesse sempre optato per il 27. Gli ultimi fantasisti a portarlo sono stati Alex Pinardi (nel 2002-03) e Domenico Morfeo (dal 95 al 97, il primo a prenderlo con la numerazione fissa). Da Morfeo in poi è passato su tante spalle: Sgrò, Caccia, Ventola in due momenti diversi, Saudati, Gautieri, nel 2004-05 persino prima a Pià e poi al greco Choutos. L'ultimo ad onorarlo è stato Nicola Ventola, nei primi due anni di Colantuono. Ma non era il classico numero 10. Ora con Bonaventura l'Atalanta riavrà un vero numero dieci.

Da Miglioli a Moro: i 10 storici Nella storia dell'Atalanta non sono tantissimi i 10 che hanno lasciato il segno. I giocatori entrati nel cuore della gente hanno spesso avuto altri numeri, vedi Stromberg o Caniggia per non andare troppo in là. Il primo 10 memorabile del dopoguerra è Renato Miglioli (dal 1947 al 49, poi è andato all'Inter), poi non si possono dimenticare il danese Jorgen Soerensen (52 gol dal 1949 al 53) e Adriano Bassetto (vicecapocannoniere storico dietro a Doni con 56 gol, dal 53 al 57). Citazione d'obbligo per Mario Mereghetti, il 10 della squadra che ha vinto la Coppa Italia nel 1962-63. E poi ancora Adelio Moro, o in alcune partite (non sempre) il brasiliano Da Costa e il danese Rasmussen. Ora a Jack l'onore di rinverdire il mito del 10 anche a Bergamo.

Guido Maconi

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