Percassi: «Apertura per le famiglie
Ma noi non siamo i Moratti»

Stefano Percassi, sul caro abbonamenti e sulle proteste del popolo nerazzurro, annuncia che saranno subito studiati correttivi per agevolare le famiglie. Ma dice anche: «Le critiche sono eccessive, non possiamo fare sacrifici solo noi, non siamo i Moratti».

Mica se l'aspettava, una reazione così. Lettere, sondaggi impietosi, blog presi d'assalto. Valanghe di commenti critici. Da quando la famiglia Percassi ha preso in mano i destini dell'Atalanta, questo è il primo momento di «incomprensione» con l'ambiente nerazzurro.

Stefano Percassi, amministratore delegato di Atalanta Servizi, l'altro giorno ha presentato le tariffe per gli abbonati e adesso è sotto i riflettori. Motivo: questa campagna abbonamenti non piace. Troppo cara in generale - dicono i tanti critici - e nessun incentivo per le famiglie.

Percassi, la gente è nervosa. Che succede, per una volta avete sbagliato tutto?
«Credo proprio di no».

Eppure l'ambiente è deluso, e i tifosi non hanno peli sulla lingua.
«In alcuni casi è mancato anche un po' di rispetto. Capisco le critiche, ma ho letto certe cose...».

Partiamo dall'obiezione più comune: dite che volete lo stadio pieno, poi non offrite nessuna agevolazione alle famiglie, che fanno i conti e dicono: restiamo a casa.
«A questo rispondo che stiamo già lavorando per proporre dei correttivi».

Prima che parta la campagna?
«Sicuramente sì. Ci riuniremo e subito proporremo qualche correttivo in favore delle famiglie. Noi stiamo sul mercato, ma la gente la ascoltiamo».

Stare sul mercato vuol dire proporre questi prezzi?
«Qualcuno li ha paragonati ai prezzi della passata gestione».

Solo alcuni prezzi sono uguali, gli altri sono più alti.
«Ma lì c'era una società che stava ferma, qui c'è un'azienda che da un anno si muove in modo incredibile. Vorremmo che i nostri sforzi fossero ben compresi. Facciamo tanti voli pindarici, poi ci si scandalizza per i dieci euro che costa una partita? Vogliamo lo stadio nuovo e non vogliamo pagare? Faremo tesoro di questa situazione, abbiamo imparato qualcosa».

È stupito da questa reazione?
«Parliamoci chiaro: l'anno scorso abbiamo fatto i miracoli, abbiamo raggiunto l'obiettivo della serie A e adesso ci muoviamo in questo mercato, che è uno degli spettacoli più visti al mondo. Da un territorio come Bergamo, in cui i soldi non mancano, una reazione così non me l'aspettavo, no. Ci vuole un po' di coerenza».

I tifosi si sono innamorati dei vostri colpi a effetto. Stavolta la sorpresa non c'è stata. Cos'è, i Percassi si scoprono «normali»?
«Siamo consapevoli che tante volte non facciamo cose "normali". Ma qualche volta è giusto fermarsi e fare tutto quello che serve. Tutti dobbiamo metterci qualcosa, trattiamo giocatori che costano milioni, ma l'Atalanta deve camminare con le sue gambe. Non siamo i Moratti, noi».

Cosa l'ha delusa di più?
«Il fatto che non si capisca che siano in serie A, che vogliamo una squadra importante, non che si vivacchi. Abbiamo progetti, ma non si può sempre pretendere. E in fondo tanti prezzi sono quelli di due anni fa...».

È la mancanza di incentivi per le famiglie che ha scontentato di più.
«Non tutti la pensano così. C'è anche chi ha detto che rinuncerà a qualche birra pur di riuscire ad abbonarsi all'Atalanta».

Il suo ragionamento è chiaro: facciamo sacrifici noi, fateli anche voi.
«Noi abbiamo tre fonti d'introiti: i diritti tv, gli sponsor e lo stadio. L'anno scorso abbiamo fatto i salti mortali per sistemare lo stadio. I seggiolini nuovi in tribuna sono belli da vedere, ma costano. Abbiamo aggiunto i tornelli laddove scarseggiavano, e son "botte" da ottantamila euro alla volta. Ora ripeto: sulle famiglie interverremo subito, perché è giusto ascoltare i bisogni e le opinioni della gente. Ma ragazzi: se diciamo che a Bergamo non ci sono i soldi per queste tariffe allora ridiamo».

Tutto l'ambiente, e la società in primis, vive momenti difficili. Tutto questo ha influito sulla campagna abbonamenti?

«Siamo in un periodo delicato. E siamo ancora in ballo».

Un'altra obiezione della gente: quest'anno non sono stati comunicati in anticipo i prezzi dei singoli biglietti. Così è impossibile calcolare quanto è conveniente abbonarsi...
«Non ci saranno biglietti meno cari rispetto alla media partita di ogni settore. Dopo la campagna abbonamenti ragioneremo anche su questo punto. Col Cesena i prezzi saranno di poco più alti rispetto alla media partita, per premiare gli abbonati».

Percassi, un'ultima cosa. L'assessore regionale Daniele Belotti vi ha invitati a negare i biglietti gratuiti a «uomini e donne di potere». Ascolterete un consiglio così autorevole?
«Non saprei che dire... Io sono dell'idea che tutti dovrebbero pagare il biglietto, sempre. Ma in tutto il mondo ci sono le autorità, e la logica dell'ospitalità a queste persone non l'abbiamo inventata noi. È impensabile che sia l'Atalanta a cancellarla».

Roberto Belingheri

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