Bettinelli salta verso Londra
«Voglio un'altra Olimpiade»

Se incontrate Andrea Bettinelli chiedetegli tutto, ma non ragguagli sul tallone d'achille della sua gamba destra: «Meglio non svegliare il can che dorme, sono diventato scaramantico. Se la fortuna non mi gira le spalle, posso togliermi un ultimo sfizio».

Se incontrate Andrea Bettinelli chiedetegli tutto, ma non ragguagli sul tallone d'achille della sua gamba destra: «Meglio non svegliare il can che dorme, sono diventato scaramantico. Se la fortuna non mi gira le spalle, posso togliermi un ultimo sfizio».

Sfizio è il sinonimo che l'altista delle Fiamme Gialle può utilizzare per riferirsi a un'Olimpiade. C'era a Pechino '08, primo bergamasco dopo Vincenzo Guerini a Montreal ‘76. Vorrebbe esserci a Londra, per chiudere la sua carriera con un capolavoro.

Fra il dire e il fare di mezzo c'è lo sgambettare, e il 33enne colosso cresciuto nell'Atl. Bergamo 59 Creberg ha ricominciato a farlo come si deve da qualche settimana a Caravaggio. Palestra, pesi, qualche accenno di salto e un po' di corsa, spesso sfidando le avversità meteorologiche.

«L'ulteriore slittamento dell'inaugurazione del tunnel del Campo Putti è stato un imprevisto inatteso - spiega -. Alla vigilia di un anno così importante un aiuto aggiuntivo non avrebbe guastato». Guastano invece le malelingue, che parlano dell'Airone come di un atleta in declino da Pechino in avanti.

Da allora problemi al piede di stacco (2009), interventi chirurgici (2010), stagioni a spizzichi e bocconi causa noie tendinee (2011) con annessa una domanda. Ma Bettinelli è ancora Bettinelli? «In certi momenti qualche dubbio è venuto anche a me - continua lui, una laurea in economia nel cassetto pronta per il post carriera -. Di questo triennio, il momento più bello sono stati i campionati Italiani della scorsa estate a Torino dove ho conquistato il bronzo. Altre volte sarei stato arrabbiato. Stavolta l'essere arrivato a 2,25 nonostante una preparazione approssimativa mi ha fatto urlare di gioia».

Eppure Bettinelli è stato tra i protagonisti dell'ultimo decennio dell'atletica italiana. Le partecipazioni a Mondiali e Europei del gigante allenato da Orlando Motta e Pierangelo Maroni non si contano più (miglior piazzamento quinta piazza agli EuroIndoor di Birmingham 2007). E pesano i numeri relativi alla speciale graduatoria della media dei dieci migliori salti in ottica tricolore, che con la misura di 2,30 lo vede in testa: «Spero di aggiornarla a breve - continua lui, personal best 2,31 a Rieti 2003 - anche perché in prospettiva di Londra ce ne sarà bisogno. Per l'Italia ci saranno tre posti e il minimo è stato alzato a 2,31».

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