Mercato: l'Atalanta è già forte
e potrebbe rimanere così

Da oggi è aperta la sessione invernale del calciomercato. Fino al 31  gennaio le società di calcio potranno riaprire la finestra dei sogni. Per noi bergamaschi che viviamo immersi nel Calcioscommesse è un sollievo anche solo poter pensare di sognare.

Da oggi è aperta la sessione invernale del calciomercato. Fino al 31 gennaio le società di calcio potranno riaprire la finestra dei sogni. Per noi bergamaschi che viviamo immersi nel Calcioscommesse è un sollievo anche solo poter pensare di sognare.

Non per rifare l'Atalanta - che, detto per inciso, va benissimo così com'è - ma per poterci finalmente occupare di calcio, e non di arresti, interrogatori, verbali, intercettazioni. E allora proviamo a fare il quadro della situazione in casa Atalanta, tra le necessità contingenti (Capelli da sostituire), le richieste tecniche (un esterno d'attacco in grado di saltare l'uomo) e le esigenze societarie: 28 giocatori in organico sono troppi, bisogna sfoltire la rosa.

Cominciamo da qui. Tra i 28 in rosa c'è Doni quindi si scende a 27, e tra questi ce ne sono tre che non rientrano nei programmi societari: Ardemagni, Pettinari e Caserta. I primi due sono stati investimenti dell'estate 2010, non hanno fatto bene né in B né in A, a gennaio dovrebbero andare a giocare.

Ardemagni (mai in campo o in panchina) piace a mezza serie B: Brescia, Modena, Juve Stabia, Varese. Vedremo se il suo procuratore gradirà una di queste alternative. Lo stesso di scorso si può fare per Pettinari (14 minuti col Cagliari, una panchina a Siena): ha bisogno di giocare con continuità e vivere i prossimi sei mesi da protagonista in B aiuterebbe a valutarne le reali possibilità.

Un po' diversa è la posizione di Caserta (tre minuti in campo a Roma, più due panchine): il giocatore a giugno va in scadenza e quindi da oggi può depositare in Lega un preliminare di contratto per la prossima stagione. Una soluzione ragionevole sarebbe lasciarlo andare via subito (Nocerina?). Il rischio, in alternativa, è quello di dovergli comunque pagare gli ultimi sei mesi di contratto. Altrimenti resterà qui, ad allenarsi senza giocare.

Gli altri 24 componenti la rosa hanno tutti una logica. Minotti è un ragazzo e crescerà (28 minuti e 7 panchine), Raimondi degli altri è il meno presente ma nel gruppo è amatissimo per la sua totale dedizione al lavoro. Quindi a meno di offerte clamorose (a lui…), resterà in organico.

Prima della gara con il Cesena c'era più di un dubbio sul futuro di Marilungo, ma il suo impatto sulla partita (rigore dell'1-1 procurato e poi due gol) fan pensare che adesso per un po' sarà lui il titolare. E questo lo rende incedibile.

L'intrigo, a questo punto, potrebbe riguardare le due riserve di ruolo di Denis. Gabbiadini e Tiribocchi non sono soddisfatti. Gabbiadini ha giocato pochissimo (152 minuti) e quando ha giocato non ha convinto, eppure per tutti è un talento e diventerà un campione. Il Tir è passato dal ruolo di bomber a 114 minuti in campo in 16 partite. Se gli arrivasse un'offerta da una B ambiziosa (con un anno in più di contratto) è chiaro che lui ci penserebbe.

La sensazione è che lì davanti la società resterebbe volentieri così com'è: Denis, Gabbiadini o Tiribocchi più Marilungo o Moralez. O magari Bonaventura. Soprattutto se sull'esterno dovesse arrivare un giocatore dal dribbling facile. Uno tipo Jaime Valdes (sì, il nostro ex, che non gioca a Parma…) o Mascara (dovrebbe lasciare Napoli, ma da un po' non gioca sull'esterno). Il problema è che un giocatore così toglierebbe molto spazio a Bonaventura, la cui crescita verrebbe rallentata. Ne vale la pena?

Lo stesso si può dire a proposito del difensore. Perso Capelli sino a fine stagione sembra scontata la ricerca di un suo sostituto Contini, Santacroce; Aronica resta a Napoli). Ma se Ferri è quello visto contro il Cesena, c'è bisogno di un altro difensore? Manfredini, Ferri e Lucchini potrebbero anche bastare, dato che pure Peluso e Masiello all'occorrenza potrebbero giocare in quel ruolo.

Ferri però va rivisto all'opera, e i prossimi impegni (Milan, Lazio, Juve, poi scontro diretto a Cesena) che precedono la chiusura del mercato aiuteranno a capire se la difesa può essere competitiva così com'è, oppure se sarà necessario metterci un puntello. L'importante sarà giudicare razionalmente, con freddezza.

Questa squadra ha fatto meraviglie con questi equilibri, romperli con inserimenti ingombranti o cessioni pesanti, anche se remunerative, sarebbe un azzardo. Con un'Atalanta del genere tra le mani, non va escluso che il miglior mercato possa essere non fare mercato.

Pietro Serina

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