Granfondo: 1.400 temerari al via
Il lungo a Laghi, Volpi nel corto

In una giornata da lupi si è svolta la 17ª edizione della Granfondo Felice Gimondi. Erano 1.400 i temerati al via (su 3.000 iscritti). Nel percorso corto la vittoria è andata ad Andrea Volpi dopo una volata a due, mentre in quello più lungo Fabio Laghi ha vinto in solitaria.

In una giornata da lupi si è svolta la 17ª edizione della Granfondo Felice Gimondi, denominata dallo stesso campione un Giro delle Fiandre e dedicata per quest'occasione alla Bianchi degli anni 60, con al via campioni del calibro di Marino Basso, Alex e Kamiel Van Linden e altri gregari del sedrinese.

Ci si avvicina all'estate, ma i 1400 partecipanti dei quasi 3 mila iscritti si sono trovati alle prese più con un clima da classica del Nord che da primavera inoltrata. Pioggia, vento e temperature basse hanno caratterizzato la mattinata, mentre i problemi di viabilità avevano già costretto l'organizzatore Beppe Manenti della GM Sport a dover rivedere i percorsi.

Così si sono disputati solo due dei tre percorsi che erano stati presentati qualche settimana fa, quello corto di 102 km, con Colle dei Pasta, Valle Rossa e Selvino e quello medio di 140 con l'aggiunta della Valle Taleggio.

Temerari i 1400 al via: quelli giunti alla conclusione hanno gioito per una grande impresa, quella dell'atleta comune che supera sé stesso e giunge al traguardo a braccia alzate, anche se lotta per la 200esima posizione.

E' la giornata anche dei più forti che hanno raggiunto invece il traguardo nelle prime posizioni. Così nel percorso corto la vittoria è andata ad Andrea Volpi dopo una volata a due, mentre in quello più lungo Fabio Laghi ha vinto in solitaria.

«Già il numero 17 non prometteva nulla di buono - ha affermato il buon Felice Gimondi -. Abbiamo avuto problemi di viabilità e siamo stati costretti a cambiare il percorso due volte. La partecipazione è stata ottima e siamo contenti. E' stato un piacere ritrovare i miei vecchi compagni, soprattutto sabato a cena, con il titolare della Bianchi Trapletti, i massaggiatori, i meccanici e i compagni di spessore che mi sono stati vicini in quegli anni. Visto il tempo però, non ci resta che chiamarla Granfondo Gimondi-Giro delle Fiandre».

Simone Masper

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