Colantuono: «Lo so, sarà dura
Prima 40 punti, poi vediamo»

«Lo so, sarà il campionato più difficile da quando sono all'Atalanta. Bergamo si aspetta un punto più dell'anno scorso? Nessuna promessa, ma ci attrezzeremo». Stefano Colantuono è già tonico, anche se al campionato mancano ancora cinque giorni.

«Lo so, sarà il campionato più difficile da quando sono all'Atalanta. Bergamo si aspetta un punto più dell'anno scorso? Nessuna promessa, ma ci attrezzeremo». E ancora: «Da Denis mi aspetto quel che ha fatto l'anno scorso, da Cigarini molto di più. Maxi ha tutte le potenzialità che servono per diventare l'uomo-campionato. E, lo dico sottovoce ma lo dico, spero di mandare qualcun altro in Nazionale».

Stefano Colantuono è già tonico, anche se al campionato mancano ancora cinque giorni. All'intervista si presenta ciondolante e con gli occhiali, lamentandosi degli acciacchi al ginocchio e della vista che cala, ma poi quando cominciano le domande salta subito fuori il leone che c'è in lui. Ed è come vederlo a bordocampo la domenica pomeriggio, mentre si dimena guidando la squadra.

Mister, partendo dai 52 punti di tre mesi fa...
«Eccolo là: lei ne vuole 53. Ma così cominciamo male, perché nessuno è ambizioso quanto noi dentro lo spogliatoio, ma noi sappiamo bene che tutto avviene gradualmente. Pure noi vorremmo migliorare, e ci attrezzeremo per provare a farlo. Ma l'obiettivo è restare in serie A. Prima facciamo 40 punti, poi ci guarderemo intorno».

Cominciamo già ad agosto con la storia dei 40 punti?
«Nessuno traguardo sarà possibile se prima non passeremo dai 40 punti. E il prossimo sarà un campionato molto difficile».

Perché livellato?
«Tra i top club il livello probabilmente è più basso e livellato, ma giù sul fondo vedo molto più equilibrio di un anno fa».

Chi vince lo scudetto?
«La Juventus, anche se quest'anno avrà la Champions, la vedo decisamente più forte delle avversarie».

La rivelazione?
«La Roma in alto, spero l'Atalanta nel secondo gruppo. Come l'anno scorso».

Sul piano strettamente calcistico cosa ci dirà il prossimo campionato?
«Temo che ci sia poco da inventare. Nel campionato scorso s'è parlato a lungo della difesa a tre, ma quella c'è da una vita... Piuttosto credo che sia stata una gran lezione quella dell'Italia agli Europei».

Dica, mister...
«Beh, Prandelli ha dimostrato che una squadra in avvio poco accreditata con organizzazione e mentalità è arrivata alla finale. Poi ha perso contro rivali più forti, ma nessuno pensava all'Italia in finale, diciamo la verità...».

Organizzazione e mentalità. Sembrano le sue armi...
«Guai se verranno meno queste prerogative. Non saremmo l'Atalanta».

Lei parte con il vantaggio di un gruppo consolidato.
«È un vantaggio perché i giocatori sanno cosa vuoi e come si lavora, è un rischio perché devi stimolare le motivazioni. Ma non sarà un problema».

Non siamo in Champions.
«Intendo dire che i tifosi hanno il diritto di sognare, ma noi abbiamo i 40 punti da raggiungere il prima possibile. Guai a pensare ad altro, anche perché comunque partiamo da -2. Non da zero».

Parliamo della squadra. A quando i gol di Denis?
«Ma il campionato comincia domenica... E io sono sicuro che Denis i suoi gol li farà».

Come lo scorso anno? Diciamo 15-16?
«Vanno benissimo»

Segnerà anche qualcun altro, dice lei.
«Appunto. Da Moralez per esempio mi aspetto ulteriori passi avanti. Dopo l'apprendistato se continuerà a crescere arriverà alla consacrazione».

Cigarini è tornato.
«Fondamentale per noi. E da lui, dopo che quest'estate ha lavorato con noi sin dal primo allenamento, mi aspetto molto di più sul piano della continuità. Abbiamo visto in Coppa Italia quanto è importante averlo. E mi aspetto molti meno cartellini gialli...».

Consigli? Schelotto?
«Da tanti altri giocatori attendo conferme. Anche Bonaventura è sulla rampa di lancio, può crescere ancora».

Leggi l'intervista di Pietro Serina a Stefano Colantuono su L'Eco in edicola 23 agosto

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