Biondini: «Sono un lottatore»
Troisi: «Mi scoprirete sul campo»

Giornata di presentazioni all'Atalanta: Biondini («Sono un lottatore, i nerazzurri mi hanno fortemente voluto») e Troisi («Mi scoprirete sul campo, comunque sono tecnico e veloce»). Marino: «Floccari? Non è voluto venire lo scorso anno e io non dimentico».

Forze fresche per l'allenatore atalantino Stefano Colantuono. Nell'esordio in campionato di domenica 26 agosto in notturna contro la Lazio ci saranno anche i due volti nuovi dell'Atalanta, Davide Biondini, proveniente dal Genoa e l'australiano James Troisi, arrivato in nerazzurro via Juventus.

Il primo può essere definito uno dei colpi più importanti e soprattutto meno attesi della campagna di rafforzamento atalantina. Complice anche qualche acciacco di troppo dei centrocampisti presenti in rosa e vista la situazione che si era venuta a creare per il giocatore ex Genoa, Marino e i suoi non ci hanno pensato due volte, chiudendo la trattativa in due giorni e chiudendo per un prestito con il diritto di riscatto fissato ad un milione di euro.

“Ci sono voluti solo due giorni -ha affermato Biondini-. Non ero preparato e non me l'aspettavo di dover andarmene da Genova. Lascio una città e delle persone che mi hanno voluto bene e la ferita non si è ancora rimarginata, ma qua trovo una società seria, con obiettivi importanti e un progetto entusiasmante”.

Lasciata alle spalle la Genova rossoblù, il romagnolo è pronto a gettarsi nel progetto atalantino. Il nerazzurro gli donerà, vista la sua indole da lottatore mai domo. «Sono il classico lottatore, i tifosi da me non si devono attendere il tunnel o giocate di classe, ma possono stare tranquilli perché sono un centrocampista che dà tutto per la squadra e non molla mai. Tra i miei nuovi compagni, ho già giocato con Denis, Ferri e Matheu. Ho scelto l'88 perché l'8 è sempre stato il mio numero, confermando così la maglia che ho avuto negli ultimi sei mesi».

Direttamente dall'Australia James Troisi, primo “canguro” nella storia dell'Atalanta. Il ragazzo classe 1988 è arrivato tramite la Juventus, con la quale la società di Percassi ha siglato una comproprietà senza riscatti nell'affare Troisi-Gabbiadini. Il cognome richiama alle origini italiane, con il padre del giocatore, per l'occasione interprete, originario della provincia di Benevento e trasferitosi in Australia in gioventù.

“Sono arrivato in uno dei migliori campionati del mondo –le prime impressioni dell'australiano-. Abbiamo trepidato prima di arrivare a Bergamo perché qualche problema c'è stato, ma siamo sempre stati fiduciosi perché sapevamo di poterci fidare del direttore Marino. Sono pronto per giocare, la responsabilità del numero 9 non mi spaventa. Conoscere l'ambiente arrivando direttamente allo stadio è stata una forte emozione”.

Bergamo conoscerà con calma questo jolly offensivo in grado di adattarsi ad ogni situazione. “I miei idoli sono Baggio e Iniesta. Sono un centrocampista offensivo tecnico e veloce, che può giocare un pò su tutto il fronte d'attacco. Comunque è meglio non parlare troppo. Mi scoprirete sul campo”.

Nel corso della conferenza stampa di presentazione dei nuovi acquisti atalantini Davide Biondini e James Troisi, il direttore generale Pierpaolo Marino è intervenuto non solo per parlare dei nuovi arrivi, ma ha anche analizzato il calciomercato nerazzurro a pochi giorni dalla chiusura. I temi principali sono stati essenzialmente due: le possibile partenze di Peluso e Tiribocchi e i loro sostituti.

“Se Tiribocchi sarà ceduto penso che ci orienteremo su un attaccante giovane. Floccari ha rifiutato la nostra offerta in extremis nel passato calciomercato e io ho la memoria lunga. Non è voluto venire lo scorso anno e io non dimentico. Ascolteremo le esigenze di Tiribocchi e vedremo cosa deciderà, senza dimenticare quanto ha dato all'Atalanta. Se dovesse partire sicuramente non andremo a sostituirlo con un attaccante sopra i trenta anni, ma ragioneremo in ottica futura”.

“Peluso è un giocatore dell'Atalanta e al 90% credo che da Bergamo non si muoverà, anche se nel mercato non bisogna mai dire mai. Non abbiamo ancora pensato ad un possibile sostituto perché siamo più preparati ad una sua permanenza che ad una sua cessione”.

Simone Masper

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