Atalanta, amichevoli confortanti
L'organico garantisce affidabilità

Ci va di privilegiare «dati di fatto» sulle opinioni pur sempre rispettabili ma soggettive. Tanto per iniziare confrontiamo l'organico attuale atalantino con quello della scorsa estate. Allora, come titolari, c'erano gli stessi di adesso tranne Peluso e Schelotto

Ci va di privilegiare «dati di fatto» sulle opinioni pur sempre rispettabili ma inconfutabilmente soggettive. Tanto per iniziare confrontiamo l'organico attuale atalantino con quello della scorsa estate. Allora, come titolari, c'erano gli stessi di adesso tranne Peluso e Schelotto, ceduti a gennaio.

In panchina Parra, Matheu, Troisi, Radovanovic, Brivio, Cazzola ai quali si sono aggiunti, sempre nel mercato di riparazione invernale, Contini, Canini, Scaloni, Brienza, Del Grosso e Livaja (questi ultimi due promossi in prima squadra in corsa). Sin qui la campagna acquisti-cessioni ha visto in entrata Yepes, Migliaccio, Baselli e Kone mentre in uscita Biondini e con le valigie sempre più in mano Contini, Scaloni, Parra e Troisi.

Non si venga a sostenere che sia gli undici candidati alla prossima formazione base, sia coloro che ne aspirano legittimamente a un posto non vantino maggiori qualità tecniche dei partenti. Del resto non meravigliamoci per le confortanti indicazioni emerse dalla squadra in questo scorcio di precampionato contro Lumezzane, Udinese, Ferali Salò e Renate.

Nel medesimo periodo di dodici mesi or sono erano in parecchi a storcere il naso. D'accordo che si tratta soltanto di amichevoli ma, chissà perché, si è portati, di questi tempi, a dar poco valore al famoso «chi ben comincia» con quel che segue. O diamine: volgere lo sguardo al bicchiere mezzo pieno è cosa deprecabile?

Una domanda-considerazione: perché dimenticare che l'Atalanta della passata stagione ha centrato l'obiettivo-salvezza con estrema tranquillità? E, ancora, perché escludere l'arrivo di qualche altra pedina (per intenderci un difensore e un centrocampista) non certo di secondo piano? Con un operatore di mercato dello calibro di Pierpaolo Marino c'è da aspettarsi altri botti, magari in zona Cesarini.

Infine, il passaggio al modulo tattico 4-3-3 non è forse sinonimo di una maggior autostima, nei confronti dell'organico, da parte di Stefano Colantuono? Discussioni aperte….

Arturo Zambaldo

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