Discriminazione territoriale, gli ultrà:
«Liberi di tifare, liberi di viaggiare»

Anche la curva Nord atalantina prende posizione sulla «discriminazione territoriale». In un volantino distribuito prima di Atalanta-Lazio, gli ultrà dicono la loro: «Ci vorrebbero tutti in silenzio, non dei tifosi ma dei clienti».

Anche la curva Nord atalantina prende posizione sulla «discriminazione territoriale». In un volantino distribuito prima di Atalanta-Lazio, gli ultrà dicono la loro: «Ci vorrebbero tutti in silenzio, non dei tifosi ma dei clienti. Diventa quindi necessario cancellare tutti i comportamenti autentici e passionali».

Secondo gli atalantini, la vicenda della chiusura di San Siro è «figlia della stessa logica». La «discriminazione territoriale» a loro avviso, non è certamente sbocciata nelle curve. «I sapientoni e i custodi della morale vorrebbero dirci che la rivalità tra i comuni, tra Bergamo e Brescia, tra Roma e Milano, tra Nord e Sud, non è mai esistita?».

Spesso, poi, questi «comportamenti» riguardano anche altri settori. Gli ultrà sostengono che «l'imposizione di questa morale» nasconde ipocrisia. La vera «discriminazione territoriale» sarebbe il divieto di acquistare un biglietto e la possibilità di viaggiare al seguito della propria squadra solo perché residenti in una provincia diversa.

Gli ultrà sostengono che l'intenzione del «Governo dello sport» è «accelerare il cambiamento verso un tifo all'americana». Dopo aver ribadito come «la questione del razzismo sia utilizzata solo quando fa comodo», concludono annunciando: «Noi non ci stiamo e ci metteremo di traverso finché avremo la forza di farlo. Liberi di tifare, liberi di viaggiare».

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