Nuoto, Marco Belotti ammalato
I mondiali a Roma sono a rischio

Per ora resta immobile, sul fondo della delusione. Ha un filo di voce. «Ho preso un virus, sono distrutto, non farò i 200 stile. La staffetta? Farò un test, ma non so». Marco Belotti, lo squalo dell'Aniene, l'erede al trono di Emiliano Brembilla, sapeva bene, sa tuttora, che questi Mondiali sarebbero stati i suoi Mondiali. Perché li nuota nella «sua» Roma, perché da marzo è il miglior duecentista italiano, perché il suo è un boom in assetto costante: zac, zac, secondi secchi limati come unghie, classifiche risalite come i salmoni la corrente. Per questo non si aspettava la botta.

«È dai Giochi del Mediterraneo (20 giorni fa, bronzo nei 200 stile) che sto male, colpa di questo maledetto virus (gastrointestinale, seguito da tonsillite) che non mi ha dato tregua e che mi ha debilitato come mai prima. Era una grande occasione, sarà un'occasione sprecata: capitano sola una volta i Mondiali in casa tua, avrei voluto fare grandi cose». Parla tutto d'un fiato, Belotti, come per espirare quel grumo di delusione e rabbia che lo prende alla gola e lo senti nel tono.

I rimpianti sono tanti ma c'è una ciambella per far galleggiare la speranza. «La staffetta 4x200 stile: farò un test, devo capire come sto». Il test Belotti lo farà tra mercoledì e giovedì, cronometro alla mano. Se darà garanzie, se gli effetti del virus, lasceranno spazio all'acqua, allora Marco sarà in gara venerdì 31. Ora tace e aspetta.

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