Angelo Turani: «Quella Coppa a casa mia
per due settimane dopo la conquista»

L’ultimogenito del senatore e presidente atalantino Daniele, ricorda: «L’allora braccio destro del papà, l’ingegner Luigi Tentorio, ospite a casa mia nell’abitazione di Redona, mostrando orgogliosamente la Coppa ce la lasciò per un paio di settimane prima di collocarla nell’allora piazza Vittorio Veneto».

Mi ritengo orgogliosamente strafortunato se pochi minuti dopo aver vinto la Coppa Italia ho condiviso con capitan Piero Gardoni e i suoi compagni di squadra l’immensa gioia per quell’indelebile risultato. Quel privilegio lo devo a Giorgio Turani, primogenito del presidente atalantino senatore Daniele, che mi fece il regalo di accedere negli spogliatoi dello stadio di San Siro pochi minuti dopo la conquista del prestigioso Trofeo.

Indelebile il ricordo dell’euforia del dopo partita dei giocatori, a cominciare da Gardoni unitamente a Fleming Nielsen e a Luciano Magistrelli, terzetto che accompagnai al pullman, posteggiato all’interno della struttura sportiva. Mi sono rimaste impresse le parole di Gardoni: «Chi l’avrebbe mai detto? Siamo venuti a Milano in tono dimesso visto che i favoriti d’obbligo erano i granata. Al fischio finale dell’arbitro, invece, abbiamo esultato increduli ma rendendoci poi conto di un 3-1 alquanto meritato». E Magistrelli? L’ala nerazzurra (uscita dal vivaio del Milan) fu pronta a tirare in ballo Enzo Bearzot (il futuro commissario tecnico campione del mondo dell’Italia del 1982): «Bearzot, schierato al centro della difesa, mi ha marcato a vista in maniera piuttosto fallosa ogni qual volta mi affacciavo alla sua area. Quando riuscivo a scartarlo, palla al piede, per offrire l’opportunità al giovane Domenghini di galoppare verso la porta del portiere Vieri, non mancava di inseguirmi anche con fare minaccioso».

Il danese Nielsen, mano sulla spalla al regista Mereghetti, esultando amava ripetere a viva voce: «Evviva, prepariamoci a brindare a più non al rientro a Bergamo con i meravigliosi tifosi». Tornando ad Angelo Turani, ultimogenito del senatore Turani, ci ha puntualizzato pochi giorni or sono che «l’allora braccio destro del papà, l’ingegner Luigi Tentorio, ospite a casa mia nell’abitazione di Redona, mostrando orgogliosamente a papà la Coppa, ce la lasciò per un paio di settimane prima di collocarla nell’allora piazza Vittorio Veneto».

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