Atalanta, Biava: possibile ritorno?
38 anni, ma difensore dalle sette vite

E se alla fin della fiera Giuseppe Biava venisse richiamato in nerazzurro? In tal modo il centrale difensivo di Cenate confermerebbe l’etichettatura di «pedina dalle sette vite» che si porta dietro ormai da un bel po’ di tempo.

Del resto nessuno si sognerebbe di incoraggiare un atleta integro fisicamente e «asciutto» come lui a smettere con il calcio. D’accordo, la carta d’identità parla di 38 anni compiuti ma dove sta scritto che sono i dati anagrafici a emettere definitive sentenze?

Dalla sua, poi, una condotta di vita da atleta esemplare e una voglia di continuare a giocare, a certi livelli, in maniera impressionante. Pure le più recenti statistiche sono dalla sua: nell’ultimo campionato ha collezionato diciotto presenze e realizzato un paio di gol. Ma lo si sarebbe visto con maggior frequenza se non avesse accusato qualche infortunio di troppo.

C’è, poi, chi sostiene che tra lui e mister Stefano Colantuono non ci fosse stato, a un certo momento della stagione, un feeling ideale. Per carità, cose che capitano (sempre che siano accadute) anche nelle migliori famiglie ma che sarebbero costate alcune panchine di troppo.

Torniamo al presente. Che gli operatori del mercato atalantino siano alla caccia di un terzino e di un centrale è noto a tutti. Limitandoci al centrale, ci sono in rosa Stendardo, Benalouane, Masiello, Cherubin e magari capitan Bellini nell’emergenza. Al di là di Biava è, comunque, da invocare un centrale da far partire titolare in grado, cioè, di garantire sicurezza all’intero reparto arretrato. Poi per ogni evenienza ci potrebbe stare il reintegro di un Biava dall’eterna giovinezza? Fate voi.

Arturo Zambaldo

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