Atalanta, riprenditi dall’amarezza
E riguarda il bicchiere mezzo pieno

È accaduto l’esatto contrario di quanto auspicato prima di Atalanta-Sassuolo. Sulla carta, infatti, ci stava di festeggiare, la sera, un’Atalanta da sesto posto, l’equivalente dell’ultima poltrona disponibile per volare in Europa. Credi ancora nell’Europa? Vota il sondaggio.

È accaduto l’esatto contrario di quanto auspicato prima di Atalanta-Sassuolo. Sulla carta, infatti, ci stava di festeggiare, la sera, un’Atalanta da sesto posto, l’equivalente dell’ultima poltrona disponibile per volare in Europa.

In teoria sembrava alla portata il successo, allo stadio Azzurri d’Italia, sugli emiliani e il contemporaneo flop del team del bergamasco Roberto Donadoni contro il titolato Napoli. Inutile negare l’evidenza: passare di colpo dalla possibile e giustificata euforia all’amara realtà è stata delle più dure. Nemmeno il pensiero dell’anticipata salvezza e la corsa sostenibile al record di punti in campionato contribuisce a risollevare il morale.

A farci riprendere, per prima cosa, dallo scoramento è sposare l’idea che l’Atalanta formato Sassuolo sia incappata nella classica e difficilmente ripetibile giornataccia. In tal senso tornare a volgere lo sguardo in direzione del bicchiere mezzo pieno starebbe in piedi. Diversamente come si spiegherebbero le meritate sei vittorie di fila rispetto al sopraggiunto recente flop? E ancora: gioco, efficienza atletica e impegno agonistico equamente esaltati all’unanimità per un mese e mezzo si sono allora sciolti, improvvisamente, al sole? Se così fosse sarebbe da mettere il cuore in pace e non andare, proprio, oltre.

Invece preferiamo guardare, di nuovo, avanti tenendo conto che classifica e aritmetica consentono di tenerci aggrappati al sogno internazionale. Le quattro lunghezze da recuperare nei confronti di Inter e Parma con i diciotto punti tuttora in palio inducono a non porre la parola fine alle possibilità di centrare, magari in extremis, il prestigioso traguardo. Sempre che già sabato prossimo a Roma si riveda l’Atalanta di marzo e non quella irriconoscibile scesa in campo con la formazione allenata da Di Francesco.

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