Cantarutti: «Atalanta cotta
ma ha qualità per ripartire»

Aldo, l’eroe di Lisbona, ha visto i nerazzurri provati contro la Spal. «Il doppio impegno massacra ma io sono ultrasoddisfatto»

«O li facevo belli o non li facevo». I gol, sottinteso. Voce radiofonica perfettamente intelligibile, 59 anni, Aldone Cantarutti, il trascinatore dell’Atalanta allo storica quarto di finale di Coppa delle Coppe 1988, vive fra Trieste e il suo paese, Manzano (Udine), dove fa giardinaggio. Così dice, mentre per la centesima volta gli si fa rievocare quel mitico gol a Lisbona, galoppando nella metà campo abbandonata dello Sporting (era il 16 marzo: finì 1-1, Atalanta qualificata alle semifinali in virtù del 2-0 per i nerazzurri all’andata). Aldo Cantarutti era un cavallone con la criniera, preferibilmente a briglie sciolte. In realtà, lui di calcio non ha mai spesso d’occuparsi. Aggiornatissimo. È stato a lungo osservatore per varie società in Italia e in Spagna e – da quando Nicola Radici fa parte della dirigenza del Sion, Super League svizzera – lavora per quest’ultima società. A Bergamo, 15 gol in 60 partite di campionato (più 2 reti su 11 gare di Coppa Italia e 3 su sei match in Europa), arrivò da Ascoli nel 1985 e si fermò tre anni, raggiungendo l’apice della carriera prima in A con Sonetti e poi in Europa con Mondonico (suoi compagni, negli anni, i vari Donadoni, Stromberg, Magrin, Prandelli).

Secondo lei, come sta l’Atalanta?
«Cotta. Ho visto la partita con la Spal per televisione e, nel secondo tempo, mi è sembrata cotta. Una squadra che non vedeva l’ora che finisse la partita. Ed è andata bene. Nel finale poteva benissimo perdere».
E come valuta questa prima parte della stagione? I tifosi sono divisi fra soddisfatti e delusi. Lei a che partito s’iscrive?
«Io sono di una categoria a parte, quella degli ultrasoddisfatti. I delusi non mancano mai, ma s’aspettano risultati non realistici. In questi due anni, l’Atalanta ha avviato un ciclo che l’ha portata in una fascia medio alta di cui non aveva mai fatto parte. E senza che qualcuno avesse potuto prevederlo».

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