Comark, la Bergamo basket ci spera
Contro Bologna ritorno alla vittoria?

La Bergamo baskettara si identificherà venerdì sera nella Comark che cercherà al Centro sportivo Italcementi (ore 21) di via Statuto, di non consentire alla Fortitudo Bologna di accedere alla finalissima per un posto in serie A2.

Se il team cittadino riuscirà nell’intento ricorrerà, così, alla quarta sfida di fila, in programma domenica, sempre tra le mura amiche. Per la Comark, quindi, la prossima partita sarà o dentro o fuori. Parliamoci chiaro: favoriti d’obbligo sono gli emiliani, reduci da entrambi i successi negli sconti disputati sul parquet del locale PalaDozza.

Attenzione, però, a non dare per scontato il verdetto di venerdì. Del resto, rivedendo i film di gara1 e 2 la Fortitudo non ha mai dato l’impressione di mandare irrimediabilmente al tappeto i bergamaschi. Specie nell’ultimo round con capitan Masper e compagni, praticamente, punto a punto fino alle battute finali. A campo invertito, poi, anche solo a livello psicologico la Comak ne dovrebbe usufruire non poco. Come accaduto il 18 gennaio scorso quando nel ritorno di regular season fu proprio il team di coach Alberto Galli a festeggiare la meritata vittoria.

Naturalmente per bissare quel risultato occorrerà una Comark formato super sia sotto l’aspetto tecnico, sia su quello mentale. Insomma, da invocare a viva voce il copione recitato una decina di giorni or sono con Udine che permise al club presieduto da Massimo Lentsch di superare il primo turno.

A guardare il bicchiere mezzo pieno è il direttore tecnico Franco Meneghel, ex giocatore della Nazionale, di Cantù, Alpe e Treviglio. «Grande rispetto - ha detto - per la Fortitudo, ma noi non siamo gli ultimi della classe. L’importante è credere nei propri mezzi e spendere sul parquet ogni energia. Ai tifosi l’appello di un sostegno caloroso in qualsiasi istante. Nel corso della mia lunga carriera ho assistito, spesso e volentieri, a ribaltamenti di pronostici, sulla carta impossibili da sovvertire». A buon intenditor, poche parole...

Arturo Zambaldo

© RIPRODUZIONE RISERVATA