Gasperini prima o seconda scelta?
Non sembra un fatto determinante

Non ci sembra questo il problema numero uno. Importante, o meglio, determinante è che Gian Piero Gasperini faccia crescere l’Atalanta sotto più profili.

L’improvviso voltafaccia di Maran ci riporta al celebre «non tutto il male viene per nuocere». Di certo l’arrivo dell’ex tecnico del Genoa è stata una iniezione di fiducia e ottimismo nella gran parte della tifoseria nerazzurra. Se poi la dirigenza non si era diretta subito verso Gasperini che importa? Del resto, spesso e volentieri, le soluzioni di ripiego (non solo in ambito calcistico) risultano, a giochi fatti, vincenti. Due inconfutabili esempi? Giovanni Vavassori e Stefano Colantuono promossi con scetticismo sulla panchina atalantina e voluti a mo’ di scommessa dall’allora presidente Ivan Ruggeri.

Entrambi illustri sconosciuti o giu di lì nel ruolo di allenatori, che ci regalarono fior di soddisfazioni. Perché mai, allora, discutere su Gasperini? Sarà il rendimento in campo della squadra ad avallare la bontà o meno della decisione presa dalla società, e a sapere ciò che lo attende nella nuova avventura è lo stesso Gasperini. In altre parole, la competenza e le esigenze della nostra piazza sono note da sempre, anche fuori dai confini locali. Nel corso della recente presentazione alla stampa, il mister piemontese ha sfoderato raziocinio e buon senso da vendere: non pochi i giornalisti presenti, rimasti spiazzati dalle sue considerazioni. Insomma, il «Gasp» sarà,magari, anche una seconda scelta, ma sul resto…

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