La Serie A: in campo entro il 14 giugno
Ma il governo ribatte: nessuna certezza

Il mancato via libera per il calcio non è affatto piaciuto alla Serie A, mentre la Figc tenta di rilanciare chiedendo l’attenzione da parte del Comitato tecnico scientifico.

La Lega considera il 14 giugno l’ultima data utile per far ripartire il campionato e i club vogliono 4 settimane per rimettere in condizione i calciatori e lo fanno capire bene dopo il Consiglio informale in cui è emersa la delusione per il decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri in cui non sono previste le date di ripartenza del calcio.

Non solo. Fonti della Lega sottolineano anche che al governo erano state chieste due date, quella per la ripartenza degli allenamenti e quella per il campionato, e che è stato disatteso un accordo politico raggiunto nei giorni scorsi. Fra i dirigenti dei club circola stupore anche per l’intervento di lunedì 27 aprile del ministro dello sport, Vincenzo Spadafora che, in una diretta Facebook, ha espresso perplessità sul protocollo della Figc («è ancora insufficiente») e definito «ridicole le affermazioni di un complotto contro la Serie A, mi muoverò sempre nella consapevolezza che il mondo del calcio va salvato».

E intanto c’è il forte timore da parte dei club che non arrivi l’ultima rata dei pagamenti delle pay-tv, prevista per il 2 maggio. In quel caso, dicono fonti della Lega, verrà dato mandato ai legali di recuperare le somme. Sono ancora tanti, insomma, i nodi da scogliere per vedere una concreta possibilità per la ripresa della Serie A, il cui Consiglio di Lega si è riunito d’urgenza in maniera informale per fare un primo punto della situazione.

Il decreto che ha dato il via libera alla «fase 2» non ha certo portato il sereno che tutti speravano e in molti si attendevano. Anzi, ha alimentato la sindrome di accerchiamento.Trapela un certo nervosismo. Alcuni club si sentono infatti penalizzati rispetto agli altri sport individuali, quelli olimpici per intenderci: nuoto, tennis, ciclismo. Il ds della Lazio Igli Tare tuona («siamo discriminati»), Marco Ferrari - tra i proprietari del Parma - parla apertamente di «primo passo sbagliato». Altri - tra questi il Milan - preferiscono non alzare la voce ma sorridono all’ipotesi, ad esempio, di mandare i giocatori al parco per delle sedute individuali a distanza.

Gravina: «Gioco di squadra»

Il presidente della Federcalcio Gabriele Gravina ordina di dare un taglio alle polemiche e di fare «gioco di squadra». Chiede un confronto con il Comitato Tecnico Scientifico per sistemare il «rigoroso protocollo» messo sul tavolo e si dice pronto a «integrarlo e modificarlo»: «L’orizzonte prospettato dal governo ci consente di ripartire, lavoriamo per farlo in sicurezza. Siamo pronti a recepire tutte le indicazioni dello stesso Comitato, del Coni e riconoscendo l’Fmsi quale riferimento scientifico per armonizzare il tutto». Il numero uno dei medici sportivi, Maurizio Casasco, apprezza l’assist e si mette a disposizione: «Entreremo nel merito con spirito costruttivo». E Spadafora ribadisce: «Devo scongiurare che la ripresa dello sport possa portare nuovi contagi».I tempi restano però strettissimi per completare la Serie A entro il 2 agosto. Incognita Coppa Italia: potrebbero non esserci date utili. La priorità è al campionato: lì pende la spada di Damocle che mette a rischio l’intero sistema.

L’ultima rata dei diritti tv

Nel caso in cui Sky, Dazn e Img non pagassero entro il 2 maggio la rata da 222 milioni di euro, non è esclusa un’immediata azione legale su spinta di diversi club. Quei soldi sono infatti necessari per non far esplodere il sistema. Le preoccupazioni per la salute dei giocatori sono più che legittime: oltre ad essere più esposti al Coronavirus - l’Inail li ha inseriti tra le categorie più a rischio -, le squadre scenderanno in campo sotto il sole estivo e con pochi allenamenti nelle gambe, ferme da oltre due mesi. Per diminuire il rischio di infortuni, la Fifa ha proposto alla Ifab una deroga al regolamento per consentire cinque sostituzioni.

Spadafora: «Giugno è lontano»

E ieri a tarda ora nuova puntata del tormentone. Il ministro dello Sport Spadafora nel corso di una diretta Facebook ha dichiarato: «L’eventuale ripresa degli allenamenti dal prossimo 18 maggio, qualora si riuscisse a perfezionare il protocollo per garantire la salute di tutti, non vorrà dire che riprenderà il campionato. Perché per il campionato si andrebbe a metà giugno, manca un tempo lunghissimo e nessuno può sapere cosa succederà».

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