Masiello parla dopo quattro mesi:
«Nessuno mi ha fatto sentire in colpa»

Una volta a settimana, Masiello è lì, a Sorisole, a parlare con i ragazzi e a prodigarsi nelle varie attività manuali, dall’assemblaggio alla legatoria, mentre tutti aspettano il giorno della prima partita di pallone.

«Non è un momento istituzionale, ma una realtà speciale: l’apertura verso chi vive situazioni problematiche ha creato un rapporto di amicizia. Masiello vuole continuare anche in futuro», spiega don Fausto Resmini.

Masiello, come sta andando questa esperienza? «Dopo una situazione negativa come quella che ho vissuto, ce ne voleva una fortemente positiva. Ti fa pensare a tante cose e capire le tue fortune: dare una mano a chi ha vissuto una situazione drammatica ti fa bene».

Quando si è sentito di nuovo calciatore? «Quando sono tornato a Bergamo e mi sono aggregato alla squadra. Torni a vivere lo spogliatoio e realizzi di fare parte di un gruppo: tutto ciò mi era mancato. Dopo la prima partita, ho capito che il passo era fatto».

A livello relazionale, è stato difficile rientrare? «No e per questo devo ringraziare compagni, società e tifosi: nessuno mi ha fatto mai sentire in colpa, tutti hanno capito la mia grande motivazione».

Una parte della curva, in realtà, era contro il suo ritorno. «Ma non mi ha dato fastidio: non si può pretendere che tutti la pensino nello stesso modo».

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