Niente tifosi a Bergamo, il Cesena:
«Ingiustificato, paradosso italiano»

Il Cesena non ci sta. Il club bianconero non condivide la decisione di vietare la trasferta di Bergamo ai propri tifosi, oltretutto in un match cruciale per la corsa alla salvezza.

In un comunicato stampa il sodalizio romagnolo «esprime grande rammarico per la decisione assunta in data odierna dal Gos di Bergamo che - di fatto - impedisce ai nostri tifosi di seguire e sostenere la squadra in uno scontro diretto (contro l’Atalanta, ndr), fondamentale per il prosieguo del nostro campionato. Si tratta a nostro avviso di una misura del tutto ingiustificata che colpisce una tifoseria, la nostra, che ha sempre tenuto un atteggiamento esemplare e che oggi paga le violenze messe in atto dai tifosi di altre squadre. Non comprendiamo la logica di questo provvedimento che riguarda tutti i tifosi indistintamente e che rappresenta un enorme passo indietro nel complesso lavoro che tante società, come la nostra, stanno mettendo in campo per rendere più sicuri e accoglienti gli stadi. È l’ennesimo paradosso italiano che testimonia la sostanziale incapacità di risolvere i problemi legati alla delinquenza da stadio che nulla hanno a che vedere con i nostri affezionati e correttissimi supporters».

In serata è arrivato anche il comunicato di Roberto Checchia, presidente del Coordinamento Clubs Cesena. Eccolo.

«Puntualmente è arrivata la conferma di quello che già si sapeva; trasferta a Bergamo vietata! La decisione assurda ed incomprensibile, presa dal Prefetto di Bergamo, risulta per noi inaccettabile e senza logica, perché subiamo una decisione per la quale la società del Cesena Calcio ed i suoi tifosi non sono protagonisti. Tale decisione è ritenuta per noi tifosi che amiamo il calcio una vera ingiustizia».

«È una sconfitta per le istituzioni, per il calcio e per lo sport in generale. I nostri tifosi, da sempre riconosciuti per il loro comportamento esemplare, si trovano costretti, loro malgrado a rinunciare alla trasferta per seguire la propria squadra del cuore. La decisione presa è un danno enorme per i nostri tifosi e il Cesena calcio; in questo modo si dà un vantaggio alla squadra locale che potrà giocare davanti a gran parte del propri tifosi».

«Se si voleva creare o punire coloro che si sono resi protagonisti di fatti gravissimi del 22 novembre, con questa soluzione si crea ancora più incertezza e meno credibilità nelle istituzioni. La nostra solidarietà e vicinanza è rivolta alle migliaia di tifosi in possesso di tessera del tifoso che può vantare la tifoseria cesenate e a quanti di loro hanno dovuto fare giocoforza dietrofront per la trasferta di domenica prossima per una decisione incomprensibile ed inaccettabile».

«Dopo il 22 novembre una decisione doveva essere presa ma in maniera decisa, non con tutte queste mezze misure. Bisogna distinguere il tifoso dal delinquente, qui invece si fa di tutta l’erba un fascio, senza punire i veri responsabili. In Italia ci sono leggi e normative, diritti e doveri... con questa decisione però, come già successo altre volte in passato, i diritti dei tifosi sono stati in un attimo ed inspiegabilmente cancellati».

«Perché la chiusura del settore ospiti? Questa la spiegazione: Il provvedimento è stato adottato sulla scorta degli elementi forniti dal Comitato di analisi per la sicurezza delle manifestazioni sportive ed in base all’orientamento espresso dal questore di Bergamo ed al parere favorevole reso dai rappresentanti delle forze di polizia nel corso della riunione tecnica di coordinamento che si è svolta nella mattinata del 3 dicembre. La tifoseria del Cesena non è tra le più acerrime nemiche di quella atalantina ma è gemellata con i bresciani e la prefettura ha scelto il pugno di ferro.Tutto questo è incomprensibile ed inaccettabile. ASSURDO!».

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