Tacchinardi scommette sull’Atalanta
«Può battere chiunque in gara secca»

Alessio Tacchinardi punta sull’Atalanta. «In campionato, è nettamente favorita per il quarto posto e in Champions può battere chiunque in gara secca».

L’ex centrocampista di Atalanta e Juventus - oggi opinionista per le reti Mediaset - non teme gli sconvolgimenti di una stagione che ripartirà da zero. «Come tutti, i nerazzurri potranno non essere al top all’inizio, ma troveranno più in fretta degli altri la condizione»: palla al centro, si sta per ricominciare.

Tacchinardi, è favorevole alla ripresa?

«Dico la verità: fino a venti giorni fa non lo ero. Credevo fosse giusto restare fermi, per rispetto delle vittime e delle persone che hanno sofferto. Ora, però, la situazione è migliorata, l’Italia sta ripartendo e mi sono convinto che sia giusto che lo faccia anche la Serie A. Il calcio tiene unita la gente: è bello tornare a guardare le partite, commentarle, sono belle persino le polemiche. Sperando che presto, con le dovute precauzioni, possa rivedersi anche il pubblico negli stadi. È un modo di superare questi mesi pesantissimi, soprattutto per noi del Nord Italia».

Lei vive in Lombardia, a Crema: come ha vissuto il periodo più buio?

«È stato un incubo, come per tutti. Ho perso qualche amico, vivevo nel terrore: era preoccupante andare a fare la spesa o uscire con il cane. È stato terribile, soprattutto per Bergamo, che ha sofferto tantissimo: per la città non c’è niente di meglio di tornare a tifare per i propri beniamini, vedendo sgambettare il Papu e Ilicic. L’Atalanta avrà uno stimolo in più: inconsciamente, giocherà anche per la sua città che ha sofferto, cementando ulteriormente un legame già fortissimo».

La prima partita è stata Juventus-Milan, in Coppa Italia.

«Durante il minuto di silenzio mi sono emozionato ed è scesa una lacrimuccia. Speravo che la gara fosse più libera mentalmente, invece è stata noiosa, ma la colpa è della follia di Rebic, che facendosi espellere ha rovinato tutto».

Come le è sembrata la condizione fisica delle squadre?

«Non ho notato anomalie: la gara è stata strana per l’atteggiamento difensivo del Milan in 10. Certo, la condizione diventerà un fattore decisivo: l’avvio sarà fondamentale, perché metterà in palio punti pesantissimi».

Quando la situazione si normalizzerà?

«Ci vorranno 4-5 partite perché tutte le squadre ingranino: ciò che succederà prima farà la differenza. Ora come ora le variabili sono infinite, non possiamo avere la reale cognizione: potrebbe essere che un Sassuolo, oppure una Spal, si presentino in condizioni migliori di altre».

Sulla carta, chi riparte in vantaggio?

«Le finaliste di Coppa Italia, che si presenteranno al campionato con due partite di rodaggio nelle gambe: non essendoci state amichevoli, è il miglior apprendistato. E un valore aggiunto è rappresentato dal lavoro durante il lockdown, quando i giocatori si sono allenati in casa: chi è riuscito a farlo nel modo migliore, inizialmente vedrà i frutti».

L’Atalanta come starà?

«Partiamo da un presupposto: l’Atalanta ha Percassi che è un fenomeno e si è circondato della gente giusta. Sartori ha costruito la squadra perfetta per il tipo di gioco di Gasperini: vengono scelti gli atleti, prima che i giocatori. Tutti i nerazzurri sono fisicamente preparati, quindi saranno avvantaggiati: non dico che vedremo l’Atalanta al top dalla prima partita, ma penso che troverà in fretta la condizione».

Si era fermata nel momento migliore: peserà mentalmente?

«È un peccato fermarsi sul più bello, ma è molto peggio farlo quando le cose vanno male, perché poi finisce che ti logori a pensare a ciò che non va. Ho sempre preferito presentarmi ad una sosta dopo una vittoria che dopo una sconfitta».

Per il quarto posto è la favorita?

«Assolutamente: la Roma non mi dà la sensazione di essere solida, è troppo altalenante. Mi auguro che l’Atalanta riesca nell’impresa e credo che la Roma non abbia la forza per insidiarla».

La rosa corta è un problema?

«È l’unico aspetto che mi preoccupa un po’. Ma c’è Gasperini che è un valore aggiunto e saprà trovare la soluzione giusta. E poi si torna alla scocca di questi giocatori, fisicamente preparati: mi aspetto che recuperino in fretta, tra una partita e l’altra».

Il giocatore chiave dell’Atalanta?

«Che domande, il Papu. Inutile girarci intorno: Gomez è il simbolo e il termometro della città, il leader indiscusso. Mi aspetto un gran finale di stagione: d’altronde lui è come il vino, migliora con l’età».

Per lo scudetto, la Juve è davanti a tutti?

«Resta la candidata numero uno, ma è tutto aperto: dipenderà dalla forma. Sono curioso di vedere l’Inter: conoscendo bene Conte, so che in questi mesi avrà lavorato al meglio e può tornare in gioco. Lo stesso discorso vale per Gasperini: vedo bene Inter e Atalanta».

In Champions, le partite secche spingono l’Atalanta?

«Una formula più che interessante per i nerazzurri, che possono battere chiunque. In 90’ giochi a viso aperto contro tutti, senza fare calcoli e puoi spuntarla pure su Juve o City: il format non premia sempre la migliore e lascia spazio ai colpi di fortuna. Ho perso tre finali di Champions in gara secca: può succedere di tutto. E poi, ad agosto, l’Atalanta arriverà rodata, al top della condizione».

Quale l’avversaria migliore ai quarti?

«Sempre meglio evitare Juve, City e Psg. Sono più alla portata Lipsia e Atletico: la squadra di Simeone è sporca e molto fisica, ma troverebbe pane per i suoi denti con l’Atalanta».

In una finale ipotetica tra le sue ex, Atalanta e Juventus, per chi parteggerebbe?

«Domanda cattiva. Scelta difficile, ma con la Juve ho vinto una Champions e poi ne ho perse tre in finale, quindi non potrei tifarle contro. Non sarebbe un’esultanza serena però: anche perché un’outsider che arriva fino in fondo sa che ha un’occasione unica, dunque sarei dispiaciutissimo per l’Atalanta».

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