Fabbriche, strade e il sogno di Milano
Quanta storia in via Palma il Vecchio

Storylab oggi ci porta in via Palma il Vecchio con un altro bellissimo scatto che ci mostra la città del passato tra partenze, passaggi e qualche curiosità.

La foto tratta dal prezioso archivio di Storylab (senza data) ci mostra l’incrocio di Porta Osio, ripreso in direzione di via Palma il Vecchio: a sinistra (e a destra) passa via Moroni, mentre alle spalle del fotografo oggi troviamo via Previtali; sullo sfondo Città Alta. Nella Bergamo del passato questo era un luogo chiave: da qui, infatti, in passato partivano le diligenze per andare a Milano, mentre in via Palma il Vecchio per tanti anni è stato attivo lo stabilimento della filatura Zopfi – dove lavorarono tantissimi bergamaschi – che cessò la sua attività negli anni Sessanta. Insieme al vicino Istituto italiano d’arti grafiche, fu demolito per fare posto all’attuale Triangolo, il grande complesso residenziale e per uffici che occupa ora un’ampia porzione dell’antico borgo di San Leonardo.

Via Moroni, prima di essere dedicata all’artista Gian Battista Moroni, si chiamava prima corso Porta Osio e via Osio, prendendo il nome dal paese a cui «faceva capo» la strada: proseguendo in quella direzione, infatti, si arrivava (e si arriva) a Osio. All’inizio dell’Ottocento, invece, via Moroni si chiamava «Strada Napoleonica», nome cancellato dopo il 1814 in seguito ai disastri del Bonaparte. Successivamente anche la Porta, detta appunto Napoleonica, riprese il suo nome originario di Porta Osio.

Da Porta Osio (o Porta del Dazio) due volte la settimana, partivano le diligenze che portavano a Milano. Lo scatto di Storylab è sicuramente successivo all’epoca delle diligenze: qui, infatti, vediamo già moto e auto in circolazione. Le vecchie diligenze con il passare degli anni hanno lasciato spazio ai più moderni filobus e poi, con lo smantellamento della rete, agli autobus. Milano, comunque, resta sempre sullo sfondo della storia di questa zona di passaggi e di partenze. Si vede bene, sulla sinistra, il cartello che indica la direzione per Milano e anche nello scatto di oggi, proprio nello stesso punto, c’è un cartello blu che indica il capoluogo lombardo.

Nello scatto d’epoca, sul lato sinistro del grande spiazzo che oggi si è notevolmente ristretto fra nuove costruzioni e marciapiedi, si vede anche una pompa di benzina (oggi non c’è più), altro segnale un luogo di partenze, dove si faceva il pieno di carburante alla moto (o per, i più fortunati, alla macchina) prima di intraprendere il proprio viaggio o al rientro da una trasferta.Visibili anche le tende da sole di quello che sembra essere un locale pubblico, traccia una caratteristica della strada che è arrivata fino ai giorni nostri e si è rafforzata: in questa zona, infatti, oggi non mancano bar, ristoranti e negozi. Ecco il confronto tra ieri e oggi nell’immagine interattiva (foto Bedolis).

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