Troppi rumori e niente privacy
Sale la protesta contro il tram

«Vogliamo le barriere anti-rumore, a garanzia della nostra privacy e per una migliore qualità della vita». Questo l’appello lanciato il 4 giugno del 2008 da parte di un gruppo di cittadini che risiedono in Viale Stazione, a fianco del fabbricato che ospita l’Asl di Albino, a pochi metri di distanza dalla nuova linea della tramvia. Un appello che per quasi un anno è rimasto inascoltato dai vertici della Teb, se è vero che soltanto tre mesi fa, l’8 aprile, la stessa società ha risposto ai cittadini, ma senza indicare soluzioni.

Un appello che ora i residenti di viale Stazione ripresentano ai diretti referenti, perché ad un mese dall’avvio della tramvia la situazione è preoccupante. «Dove abitiamo noi, a pochi metri dal semaforo che incrocia viale Stazione e ad appena 100 metri dalla fermata Teb di Albino, la tramvia rallenta, provocando forti rumori. I nostri appartamenti hanno porte, finestre, balconi prospicienti le rotaie e, quindi, abbiamo chiesto allora l’installazione di alcune barriere anti-rumore. Una soluzione dalla doppia valenza: per difenderci dall’inquinamento acustico e da quello visivo, a tutela della nostra privacy, perché dalla tramvia si può guardare dentro i nostri appartamenti. Da allora, nulla è stato fatto, soltanto una risposta evasiva è arrivata dalla Teb, e noi siano ancora qui a protestare».

La risposta della Teb inviata nell’aprile scorso ai residenti di viale Stazione, a firma del presidente Gianfranco Ceruti, è stata secca e tranciante. «Abbiamo considerato il tema con tutta la massima disponibilità, ma siamo spiacenti di non aderire alla vostra richiesta, per i seguenti motivi: la metrotramvia è un’opera pubblica e non è consentito sopportare costi che non siano legittimati dalla normativa di legge in materia».

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