“Fine tutela: aste microimprese efficaci, ora affinamenti per i domestici”

Quotidiano Energia - L’esito delle aste per l’assegnazione del servizio di tutele graduali per l'energia elettrica alle microimprese conferma l’efficacia dello strumento, malgrado il contesto difficile di mercato. E tale esperienza “contribuirà sicuramente all’individuazione di ulteriori affinamenti” in vista delle procedure che dovranno interessare circa 10 milioni di clienti domestici, per i quali la scadenza della tutela è fissata a gennaio 2024.


In sintesi sono queste le conclusioni tratte da Arera nel rapporto inviato al Mase e alle commissioni parlamentari competenti ai sensi del decreto ministeriale del 31 agosto 2022 su “criteri e modalità per favorire l’ingresso consapevole dei clienti finali nel mercato libero dell’energia elettrica e del gas”.

Come noto, le procedure sono state oggetto di slittamento a seguito dell’attacco hacker al sito internet dell’AU ma l’Autorità e parte del mondo delle imprese spingevano per un ulteriore proroga proprio per le condizioni di alta volatilità dei mercati.

Il rapporto evidenzia come tali condizioni abbiano probabilmente impattato sull’esito delle aste, pur senza comprometterne l’efficacia complessiva.

Dall’analisi, sottolinea Arera, “emerge in generale come lo strumento delle aste continui a risultare efficace al fine di garantire parità di trattamento tra gli operatori del mercato ed esiti, quanto più possibile, concorrenziali nella misura in cui sia presente una pluralità di partecipanti in grado di competere in tutte le aree territoriali”.

In particolare, prosegue il rapporto, “è risultato molto efficace il nuovo modello d’asta iterativa ascendente simultanea a cui si è fatto ricorso nelle presenti procedure che ha permesso ai partecipanti di poter spostare le proprie offerte, volta per volta, in aree diverse da quelle in cui avevano offerto al turno precedente, sulla base del prezzo di equilibrio che si è formato nelle varie aree, con effetti positivi sui prezzi finali di aggiudicazione”.

Sotto il profilo della partecipazione, dei 21 operatori ammessi alle procedure, hanno preso parte al primo turno di gara 13 operatori. Di questi, un operatore non ha tuttavia presentato alcuna offerta e si è ritirato immediatamente alla fine del primo turno. Nel corso dei successivi giorni d’asta, altri cinque partecipanti si sono ritirati dalla procedura, rispettivamente ai seguenti turni di gara: 70°, 98°, 101°, 115° e 123°.


Per l’Autorità gli operatori ritiratisi hanno “verosimilmente” ritenuto “particolarmente onerosi gli investimenti e gli impegni finanziari necessari per adeguare la propria struttura aziendale al fine di servire i clienti aggiuntivi eventualmente acquisiti in sede d’asta nel contesto congiunturale di prezzi energetici particolarmente alti e volatili che hanno causato, per molti operatori del settore, problemi in termini di maggiore esposizione finanziaria e difficoltà di accesso al credito”.

I soggetti che hanno rinunciato sono in prevalenza attivi solo nel mercato libero (5) e, nell’ambito di questi ultimi, quelli principalmente attivi nel settore del gas.

A fronte di ciò, rimarca l’Arera, “è ragionevole ipotizzare che qualora le procedure concorsuali si fossero svolte in un diverso contesto di mercato avrebbero registrato una maggiore partecipazione, con riflessi ancora più positivi sugli esiti d’asta, circostanza questa che sarà ancora più cruciale in vista delle prossime procedure per l’assegnazione del Stg destinato ai clienti finali domestici che sono di numero (poco meno di 10 milioni) di gran lunga superiore rispetto a quello delle microimprese”.

In merito alla platea di operatori a cui è stato assegnato il servizio nelle varie aree, si riscontra la presenza di una pluralità di aggiudicatari, con una leggera prevalenza di imprese (4) che operano anche come esercenti la maggior tutela rispetto a quelle (3) attive solo nel libero mercato, mentre l’incumbent (Enel) non è risultato assegnatario di nessuna area territoriale.

Un ulteriore aspetto positivo è stato il limitato ricorso al sorteggio che ha riguardato solamente 3 aree territoriali (2, 8 e 9) rispetto alle 12 totali, a differenza di quanto verificatosi in occasione delle precedenti procedure relative alle piccole imprese.

Infine, “è emerso come i prezzi di aggiudicazione siano risultati generalmente vantaggiosi, in particolare nelle aree del centro-nord, e, per tutte le aree territoriali, si siano attestati al di sotto del valore del corrispettivo a copertura dei costi di commercializzazione (Pcv) del servizio di maggior tutela, pari a 113 euro/Pod/anno, applicato alle microimprese nell’ambito di tale servizio”. Va però rimarcata la forte differenza tra i prezzi di aggiudicazione al nord (più bassi) e al sud (più alti).

In ogni caso, per l’Arera si tratta di un buon risultato, “in buona parte riconducibile alla presenza, favorita dal meccanismo d’asta definito dall’Autorità, di una pluralità di concorrenti (ancorché di numero inferiore rispetto a quello delle precedenti aste per l’assegnazione dell’omologo servizio destinato alle piccole imprese) che hanno gareggiato in tutte le aree territoriali, e dal fatto che gli operatori hanno verosimilmente scontato dai prezzi offerti in sede di gara i costi di acquisizione dei clienti aggiudicati, atteso che, ai sensi del decreto ministeriale del 31 agosto 2022, alla fine del periodo di assegnazione del servizio, i clienti ancora ivi riforniti aderiranno, per silenzio assenso, all’offerta di mercato libero proposta dall’esercente”.

Peraltro, rimarca il rapporto, “un ulteriore elemento a cui può essere imputato il buon esito delle procedure concorsuali appena concluse è la configurazione e dimensione delle aree territoriali oggetto d’asta che hanno permesso a operatori mediamente grandi ma con caratteristiche dimensionali diverse di gareggiare per una pluralità di aree”.

In prospettiva del superamento della tutela per i clienti domestici, conclude il rapporto, “l’esperienza maturata in occasione delle procedure concorsuali appena concluse contribuirà sicuramente all’individuazione di ulteriori affinamenti all’attuale disegno d’asta (che si è comunque rivelato generalmente efficace), alle condizioni di erogazione di detto servizio, alle modalità di trasferimento dei punti di prelievo ai nuovi esercenti senza soluzione di continuità, in funzione delle caratteristiche specifiche dei clienti coinvolti, connotati da una minore capacità di orientarsi nel mercato e da una numerosità di gran lunga superiore”.

In base ai dai al 1° maggio 2022 le microimprese coinvolte erano 1,6 milioni per un volume complessivo di energia elettrica prelevata di circa 4.300 GWh. Successivi dati più aggiornati hanno evidenziato un calo del 4% dei punti di prelievo (agosto 2022) e del 7% dei volumi (aprile giugno).

© RIPRODUZIONE RISERVATA