Gas, “Il 18 luglio accordo Ue con gli azeri, il 20 nuovo pacchetto misure”

Quotidiano Energia - Il 18 luglio un “memorandum con l’Azerbaijan molto importante per il futuro del corridoio del sud-est europeo”, seguito da un incontro in Algeria “i primi di ottobre”. Il 20 luglio un nuovo pacchetto di “ulteriori proposte per avere strumenti finalizzati ad affrontare una eventuale disruption delle forniture russe”.


Questi i prossimi passi della Commissione Ue volti a fronteggiare l’attuale momento di crisi del gas.

A illustrarli è stato Stefano Grassi, capo di Gabinetto del commissario europeo all’Energia Kadri Simson, in occasione di un intervento all’assemblea di Utilitalia.

Riguardo all’Azerbaijan, pochi giorni fa la stessa Simson aveva parlato di un accordo in arrivo per preparare il terreno al raddoppio del gasdotto Tap.

Il pacchetto di misure evocato da Grassi sembra invece riferirsi al “piano di emergenza per l’energia” annunciato per metà luglio dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen.

Grassi ha aggiunto che in vista dell’inverno “abbiamo due scenari, entrambi poco rassicuranti: uno con alti prezzi e forte volatilità, l’altro con un vero e proprio rischio legato all’approvvigionamento del gas”. Occorre quindi “prendere sul serio la situazione”: il pacchetto del 20 luglio “metterà in campo proposte ulteriori” che “non andranno a penalizzare la politica di decarbonizzazione Ue proteggendo al contempo le filiere industriali”.

Sotto questo profilo, ha sottolineato Grassi, “ogni eventuale riduzione della domanda sarà coordinata e fatta con coscienza”. A tal fine “siamo in consultazione anche con le varie confindustrie nazionali per definire strumenti condivisi”.

Riguardo al price cap sul gas, l’esponente della Commissione ha detto che “diventa un’opzione da considerare realisticamente in caso di riduzione delle forniture russe, verificando cosa succederebbe al Ttf e ai mercati regionali”.

Grassi ha infine fatto un appello alle utility per supportare “un’iniziativa a livello europeo a favore del biometano prodotto con fanghi da depurazione o scarti”.

Sempre in occasione dell’assemblea Utilitalia, il presidente Arera Stefano Besseghini ha sottolineato che il biometano darebbe “un contributo che è sciocco non considerare”, così come quello della “produzione nazionale di gas”.

Più in generale, il numero uno dell’Autorità ha auspicato un maggiore “coordinamento tra i vari soggetti coinvolti per un visone complessiva di dove si sta andando”. Sotto questo profilo, ha aggiunto, “l’armonizzazione degli stoccaggi Ue è un tema da perseguire, per evitare di contenderci le risorse spingendo i prezzi ancora più in alto”.

Sul price cap si è soffermato anche Francesco Del Pizzo, direttore Strategie sviluppo rete e dispacciamento di Terna. Parlando in questo caso in audizione alla X commissione Senato, l’esponente del Tso ha detto che si tratta di “una misura particolarmente efficace se combinata con meccanismi di determinazione dei prezzi del Gnl che permettano di continuare a competere a livello globale”.

In particolare, ha spiegato, “prezzi negativi per la rigassificazione potrebbero permettere di mantenere le quotazioni del gas sotto una certa soglia” con benefici anche sull’energia elettrica, soprattutto in Italia (visto il nostro mix di generazione).

Del Pizzo si è detto invece contrario al price cap per l’energia elettrica in Italia che “potrebbe portare a un export verso altri Paesi come capitato in Spagna, con un aumento dei consumi di gas”.

Parlando di accumuli, il direttore Strategie ha detto che Terna ha appena comunicato i fabbisogni al Mite per il 2030, con “un numero un po' più alto rispetto a 6 GW”. Il Tso è inoltre impegnato “nella definizione dei meccanismi di approvvigionamento a termine” per gli accumuli.

Del Pizzo ha infine annunciato “entro luglio i nuovi scenari energetici abbinati al Fit-For-55” e ha espresso preoccupazione per la siccità: “Quest’anno avremo il minimo della produzione idroelettrica degli ultimi 60 anni”, ha rimarcato.

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