Giornate movimentate in vista sulla Stazione Spaziale Internazionale, con due navette in arrivo nell'arco di tre giorni, una delle quali vuota e l'altra con un leggero ritardo, e l'equipaggio che presto aumenterà da sette a 11 membri. Che tanti elementi così insoliti vengano a coincidere in un arco di tempo così piccolo è indubbiamente un evento raro, ma che non desta preoccupazione. "Sono arrivi particolarmente ravvicinati, ma non è la prima volta che questo accade", ha detto all'ANSA Bernardo Patti, responsabile dei programmi di Esplorazione spaziale dell'Agenzia Spaziale Europea (Esa).
All'origine di tutto c'è la perdita di liquido refrigerante rilevata a metà dicembre sulla Soyuz M22 con la quale erano arrivati sulla Stazione Spaziale Internazionale (Iss) l'attuale comandante Sergey Prokopyev, il russo Dmitry Petelin e l'americano Francisco Rubio. Tornare con quella navetta non è più possibile per ragioni di sicurezza e dovrà quindi essere sostituita dalla Soyuz M23, lanciata alle 1.24 italiane del 24 febbraio dalla base russa di Baikonur (Kazakhstan). La navetta è partita senza astronauti a bordo, ma un carico di 429 chilogrammi di rifornimenti e materiali scientifici. Inizialmente previsto il 20 febbraio, il lancio è slittato a causa di un problema al sistema di controllo termico rilevato l'11 febbraio a un altro veicolo russo, il cargo Progress. Un episodio che ha imposto ulteriori controlli alla Soyuz M23, prima di dare via libera al lancio. La navetta avrebbe dovuto essere lanciata il 16 marzo con l'americana Loral O'Hara e i russi Oleg Kononenko e Nikolai Chub, che ora partiranno con la Soyuz M24.
L'aggancio della navetta russa è previsto alle 1,15 del 27 febbraio e alle 8,45 del giorno successivo (con uno slittamento di 24 ore rispetto alle previsioni iniziali) è attesa la partenza della navetta Crew 6 diretta alla Stazione Spaziale con l'equipaggio della missione Crew 6, già arrivato a Cape Canaveral. Ne fanno parte gli americani Stephen Bowen e Warren Hoburg, l'astronauta degli Emirati Arabi Uniti Sultan Al Neyadi e il russo Andrey Fedyaev. Una volta a bordo, si uniranno ai sette colleghi che li attendono sulla Iss. Con il comandante Prokopyev, il russo Petelin e l'americano Rubio (arrivati con Soyuz ora inutilizzabile) si trovano attualmente sulla Stazione Spaziale gli americani Nicole Mann e Josh Cassada, il giapponese Koichi Wakata e la russa Anna Kikina.
"Due agganci alla Iss in un tempo così ravvicinato sono possibili se si tratta di un intervallo di pochi giorni, come in questo caso", ha detto Patti. "Un intervallo di 24 ore non preoccupa. Una volta attraccato, infatti, il veicolo diventa passivo e sia l'equipaggio che il centro di controllo a Terra possono concentrarsi su altre operazioni". In questo caso si tratta di un doppio aggancio "particolarmente ravvicinato, ma non è la prima volta che accade e le condizioni di meccanica orbitale lo hanno permesso". Anche avere un equipaggio di 11 membri "succede di rado perché il numero nominale è 7 ", ha osservato ancora l'esperto. Nessun problema, poi, se a bordo della Iss sono in tanti: "i sistemi per il supporto vitale - ha detto Patti - sono abbastanza robusti per permettere di ospitare equipaggio di 11 persone". E' accaduto anche ai tempi dello Space Shuttle e nell'ultima missione di Samantha Cristoforetti, Minerva.
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